Questo contributo fornisce un’interpretazione dell’Antigone di Sofocle come tragedia politica in cui le tradizionali polarità per opposizione (stasis/polemos, philos/echthros, idion/koinon) sono messe in crisi e ogni personaggio si rivela ambiguo: Polinice è al contempo un philos, per i suoi consanguinei superstiti, e un echthros, per l’intera comunità di Tebe; Creonte è insieme un buon re, come si evince dal suo discorso d’insediamento, in cui ricorrono quelli che diventeranno motivi topici della retorica democratica, e un tiranno, come emergerà dallo sviluppo drammatico; Antigone combatte per la continuità del genos e contro di esso. Tema dominante della tragedia è lo status: quando Antigone osserva le leggi non scritte in materia di sepoltura, agisce per conservare intatto il rango del suo genos in seno alla comunità, allontanando da sé e dal genos il rischio dell’aischron, della riprovazione morale. Il codice e il movente delle sue azioni rimangono dunque aristocratici. La hybris di Creonte consiste, invece, in una concezione ‘artificiale’ della philia e in un’idea ‘sacrale’, del proprio primato politico che lo induce a bollare come sacrilega ogni forma di dissenso. Il che si risolve in un’ulteriore ambiguità: il tiranno si rivela al tempo stesso troppo in anticipo sui tempi, troppo ‘moderno’, per la sua concezione della philia, troppo arcaico, per la sua idea semi-divina dell’autocrazia.

Bia(i) politon. Sulla disobbedienza di Antigone

CARILLO, Gennaro
2008-01-01

Abstract

Questo contributo fornisce un’interpretazione dell’Antigone di Sofocle come tragedia politica in cui le tradizionali polarità per opposizione (stasis/polemos, philos/echthros, idion/koinon) sono messe in crisi e ogni personaggio si rivela ambiguo: Polinice è al contempo un philos, per i suoi consanguinei superstiti, e un echthros, per l’intera comunità di Tebe; Creonte è insieme un buon re, come si evince dal suo discorso d’insediamento, in cui ricorrono quelli che diventeranno motivi topici della retorica democratica, e un tiranno, come emergerà dallo sviluppo drammatico; Antigone combatte per la continuità del genos e contro di esso. Tema dominante della tragedia è lo status: quando Antigone osserva le leggi non scritte in materia di sepoltura, agisce per conservare intatto il rango del suo genos in seno alla comunità, allontanando da sé e dal genos il rischio dell’aischron, della riprovazione morale. Il codice e il movente delle sue azioni rimangono dunque aristocratici. La hybris di Creonte consiste, invece, in una concezione ‘artificiale’ della philia e in un’idea ‘sacrale’, del proprio primato politico che lo induce a bollare come sacrilega ogni forma di dissenso. Il che si risolve in un’ulteriore ambiguità: il tiranno si rivela al tempo stesso troppo in anticipo sui tempi, troppo ‘moderno’, per la sua concezione della philia, troppo arcaico, per la sua idea semi-divina dell’autocrazia.
2008
Philia; Legge; Tirannide; Artificio; Natura
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1170
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