The social history of inclusion is a tale written around the concession, claim, conquest and transformation of denied physical and relational spaces. From a pedagogical-didactic and legislative point of view, we can read in the same way the history of Italian scholastic inclusion, that today challenges us with the duty of constantly rethinking the forms of inclusive education that aim to identify specific answers, in common spaces, to a wide variety of educational needs. In order to avoid the homogenizing tension induced by the tendency to simplify to categorize differences, the space needs to be thought of in terms of its intimate connection with the time in which the educational event takes place. To this end, using of the notion of “chronotope”, borrowed from Bakhtin’s studies on the novel and adapted to the reflection on teaching-learning processes, this paper aims to identify which chronotopes can best accommodate an inclusive demand. In particular, the paper will argue that the chronotope, set against the backdrop of the Bakhtinian dialogical approach, could represent a way to overcome an additive vision of spaces, in favour of a relational and transformative one.

La storia sociale dell’inclusione è storia che si gioca intorno alla concessione, rivendicazione, conquista e trasformazione di spazi – fisici e relazionali – negati. Così può essere letta, da un punto di vista pedagogico-didattico e legislativo, anche la storia dell’inclusione scolastica italiana e che oggi ci consegna la sfida di ripensare costantemente le forme dell’educazione inclusiva volte a individuare risposte specifiche, in spazi comuni, a un’ampia varietà di bisogni educativi. Per sfuggire alla tensione omogeneizzante a cui spesso conduce la tendenza semplificatoria della categorizzazione delle differenze, lo spazio necessita di essere pensato nella sua intima connessione con il tempo in cui si realizza l’evento educativo. A tal fine, sulla scorta della nozione di “cronotopo”, mutuata dagli studi di Bachtin sul romanzo e adattata alla riflessione sull’insegnamento-apprendimento, il contributo mira a identificare quali cronotopi meglio possono accogliere un’istanza inclusiva. In particolare si argomenterà che il cronotopo, sullo sfondo dell’approccio dialogico bachtiniano, potrebbe rappresentare un supporto per il superamento di una visione additiva degli spazi a favore di una visione relazionale e trasformativa degli stessi.

Cronotopi dell'educazione inclusiva

Manno D
2019-01-01

Abstract

The social history of inclusion is a tale written around the concession, claim, conquest and transformation of denied physical and relational spaces. From a pedagogical-didactic and legislative point of view, we can read in the same way the history of Italian scholastic inclusion, that today challenges us with the duty of constantly rethinking the forms of inclusive education that aim to identify specific answers, in common spaces, to a wide variety of educational needs. In order to avoid the homogenizing tension induced by the tendency to simplify to categorize differences, the space needs to be thought of in terms of its intimate connection with the time in which the educational event takes place. To this end, using of the notion of “chronotope”, borrowed from Bakhtin’s studies on the novel and adapted to the reflection on teaching-learning processes, this paper aims to identify which chronotopes can best accommodate an inclusive demand. In particular, the paper will argue that the chronotope, set against the backdrop of the Bakhtinian dialogical approach, could represent a way to overcome an additive vision of spaces, in favour of a relational and transformative one.
2019
La storia sociale dell’inclusione è storia che si gioca intorno alla concessione, rivendicazione, conquista e trasformazione di spazi – fisici e relazionali – negati. Così può essere letta, da un punto di vista pedagogico-didattico e legislativo, anche la storia dell’inclusione scolastica italiana e che oggi ci consegna la sfida di ripensare costantemente le forme dell’educazione inclusiva volte a individuare risposte specifiche, in spazi comuni, a un’ampia varietà di bisogni educativi. Per sfuggire alla tensione omogeneizzante a cui spesso conduce la tendenza semplificatoria della categorizzazione delle differenze, lo spazio necessita di essere pensato nella sua intima connessione con il tempo in cui si realizza l’evento educativo. A tal fine, sulla scorta della nozione di “cronotopo”, mutuata dagli studi di Bachtin sul romanzo e adattata alla riflessione sull’insegnamento-apprendimento, il contributo mira a identificare quali cronotopi meglio possono accogliere un’istanza inclusiva. In particolare si argomenterà che il cronotopo, sullo sfondo dell’approccio dialogico bachtiniano, potrebbe rappresentare un supporto per il superamento di una visione additiva degli spazi a favore di una visione relazionale e trasformativa degli stessi.
inclusione scolastica, educazione inclusiva, Bachtin, cronotopi educativi, insegnamento inclusivo; scholastic inclusion, inclusive education, Bakhtin, educational chronotopes, inclusive teaching
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/12694
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