This essay is focused on the description of the political thought of Donato Giannotti. He was a great political thinker and constitutionalist. He was part of the republican institutions in the second florentine republic (1527- 1530) in the same role, that Machiavelli has had in the first one. He was an enemy of the Medici´s government and worked for the restoration of Republic in Florence. His hopes were disappointed after the defeat of Montemurlo ( 1 august 1537). He started a permanent exile. During this period he wrote again his masterpieces ( The republic of Venice and the republic of Florence) charging the aristocracy for the defeat of republic. The nobles preferred the Medici´s tyranny instead of the republican freedom. He wrote in favour of the myth of Brutus, believing that a new tyrannicide could bring back republican institutions. He devoted the last years of his life, writing biographies of two republican heroes: Francesco Ferrucci and Girolamo Savorgnano.

Oggetto del saggio è la ricostruzione del pensiero politico del grande costituzionalista fiorentino Donato Giannotti negli anni successivi al definitivo esilio da Firenze, verificatosi in seguito all’ascesa al potere di Cosimo de’Medici come signore della città. Giannotti era stato coinvolto nelle magistrature fiorentine negli anni della Seconda repubblica (1527-30) e aveva sperato in un ritorno delle libertà repubblicane a Firenze, dopo la fine del regime di Alessandro de’Medici, avvenuta grazie al tirannicidio effettuato da Lorenzino de’Medici nel 1537 . La sconfitta di Montemurlo pose fine a tali speranze e l’avvento del regime di Cosimo de’Medici segnò una svolta definitiva nella storia della città. Giannotti manifestò già nelle sue lettere successive a questi eventi il suo mal contento e la sua disillusione nei confronti del ceto ottimatizio fiorentino, colpevole di aver preferito la <<tirannia medicea>> alle libere istituzioni. Tali eventi e tali considerazioni lo indussero a tornare sul tema delle “riforme costituzionali”, sia negli ultimi interventi sul manoscritto del La Repubblica fiorentina, sia nel Discorso sopra il riordinare la repubblica di Siena scritto nel 1552. L’autore rimase fedele al suo modello ideale di repubblica mista, ispirata al modello veneziano, da lui già descritto ne Il libro della republica de’ Viniziani. Nonostante ciò, Giannotti tese a sottolineare come alla base di una duratura e ben ordinata repubblica debba esserci un’ampia classe media, piuttosto che l’aristocrazia. Negli ultimi anni della sua vita Giannotti si dedicò alla celebrazione degli eroi della storia delle repubbliche italiane, come si evince da due fondamentali biografie scritte in questi anni: la Vita di Francesco Ferrucci e la Vita di Girolamo Savorgnano. Un tema fondamentale della produzione giannottiana di questi anni è il mito di Bruto, discusso dallo studioso fiorentino in un dialogo ideale con l’amico Michelangelo nei dialoghi dal titolo De’giorni che Dante consumò a cercare l’inferno e’l Purgatorio. Da quest’importante opera si evince l’adesione di Giannotti all’ideale del tirannicidio. Michelangelo, invece, si distacca dal mito di Bruto a cui aveva in precedenza aderito, non per ragioni ideologiche, quanto per una scarsa fiducia circa la possibilità che dalla morte del tiranno derivi una duratura libertà politica.

L'idea di Res Publica e pensiero anti-tirannico in Donato Giannotti negli anni dell'esilio

RUSSO, Francesca
2009-01-01

Abstract

This essay is focused on the description of the political thought of Donato Giannotti. He was a great political thinker and constitutionalist. He was part of the republican institutions in the second florentine republic (1527- 1530) in the same role, that Machiavelli has had in the first one. He was an enemy of the Medici´s government and worked for the restoration of Republic in Florence. His hopes were disappointed after the defeat of Montemurlo ( 1 august 1537). He started a permanent exile. During this period he wrote again his masterpieces ( The republic of Venice and the republic of Florence) charging the aristocracy for the defeat of republic. The nobles preferred the Medici´s tyranny instead of the republican freedom. He wrote in favour of the myth of Brutus, believing that a new tyrannicide could bring back republican institutions. He devoted the last years of his life, writing biographies of two republican heroes: Francesco Ferrucci and Girolamo Savorgnano.
2009
Oggetto del saggio è la ricostruzione del pensiero politico del grande costituzionalista fiorentino Donato Giannotti negli anni successivi al definitivo esilio da Firenze, verificatosi in seguito all’ascesa al potere di Cosimo de’Medici come signore della città. Giannotti era stato coinvolto nelle magistrature fiorentine negli anni della Seconda repubblica (1527-30) e aveva sperato in un ritorno delle libertà repubblicane a Firenze, dopo la fine del regime di Alessandro de’Medici, avvenuta grazie al tirannicidio effettuato da Lorenzino de’Medici nel 1537 . La sconfitta di Montemurlo pose fine a tali speranze e l’avvento del regime di Cosimo de’Medici segnò una svolta definitiva nella storia della città. Giannotti manifestò già nelle sue lettere successive a questi eventi il suo mal contento e la sua disillusione nei confronti del ceto ottimatizio fiorentino, colpevole di aver preferito la <<tirannia medicea>> alle libere istituzioni. Tali eventi e tali considerazioni lo indussero a tornare sul tema delle “riforme costituzionali”, sia negli ultimi interventi sul manoscritto del La Repubblica fiorentina, sia nel Discorso sopra il riordinare la repubblica di Siena scritto nel 1552. L’autore rimase fedele al suo modello ideale di repubblica mista, ispirata al modello veneziano, da lui già descritto ne Il libro della republica de’ Viniziani. Nonostante ciò, Giannotti tese a sottolineare come alla base di una duratura e ben ordinata repubblica debba esserci un’ampia classe media, piuttosto che l’aristocrazia. Negli ultimi anni della sua vita Giannotti si dedicò alla celebrazione degli eroi della storia delle repubbliche italiane, come si evince da due fondamentali biografie scritte in questi anni: la Vita di Francesco Ferrucci e la Vita di Girolamo Savorgnano. Un tema fondamentale della produzione giannottiana di questi anni è il mito di Bruto, discusso dallo studioso fiorentino in un dialogo ideale con l’amico Michelangelo nei dialoghi dal titolo De’giorni che Dante consumò a cercare l’inferno e’l Purgatorio. Da quest’importante opera si evince l’adesione di Giannotti all’ideale del tirannicidio. Michelangelo, invece, si distacca dal mito di Bruto a cui aveva in precedenza aderito, non per ragioni ideologiche, quanto per una scarsa fiducia circa la possibilità che dalla morte del tiranno derivi una duratura libertà politica.
Donato Giannotti, Repubblicanesimo, Costituzione Veneziana, Pensiero politico Europeo; Donato Giannotti, Republicanism, Venetian Constitution, European political thought.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1295
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