Il saggio ha per oggetto il rapporto tra liberalismo e romanticismo in Italia. L’autore parte dalla critica di Carl Schmitt al romanticismo politico per dimostrare come essa non si attagli affatto al primo Romanticismo italiano, anche se questo ha una natura essenzialmente politica. Attraverso un’attenta analisi dei manifesti del Romanticismo italiano e della rivista “Il Conciliatore” l’Autore sostiene che questo gruppo di romantici rappresenta il primo embrione di un movimento liberale moderno in Italia, movimento che ha dovuto condurre una battaglia politica attraverso la letteratura (di qui la scarsa attenzione riservata ad esso dagli studiosi del pensiero politico). Le principali ragioni a sostegno dell’interpretazione sono tre: il gruppo del Conciliatore è pienamente consapevole della natura politica della sua azione letteraria (romantico diviene sinonimo di liberale); il concetto di libertà cui si rifanno questi autori non è quello letterario-aristocratico della tradizione alfieriana, ma quello politico-istituzionale del circolo di Coppet; il giudizio positivo sulle rivoluzioni americana e francese e il tentativo di creare in Italia un’opinione pubblica aperta all’Europa e ai temi del liberalismo (diritti di libertà, eguaglianza civile, sistema rappresentativo, divisione dei poteri, progresso).

Romanticismo e politica: alle origini del liberalismo italiano

DE LUCA, Stefano
2010-01-01

Abstract

Il saggio ha per oggetto il rapporto tra liberalismo e romanticismo in Italia. L’autore parte dalla critica di Carl Schmitt al romanticismo politico per dimostrare come essa non si attagli affatto al primo Romanticismo italiano, anche se questo ha una natura essenzialmente politica. Attraverso un’attenta analisi dei manifesti del Romanticismo italiano e della rivista “Il Conciliatore” l’Autore sostiene che questo gruppo di romantici rappresenta il primo embrione di un movimento liberale moderno in Italia, movimento che ha dovuto condurre una battaglia politica attraverso la letteratura (di qui la scarsa attenzione riservata ad esso dagli studiosi del pensiero politico). Le principali ragioni a sostegno dell’interpretazione sono tre: il gruppo del Conciliatore è pienamente consapevole della natura politica della sua azione letteraria (romantico diviene sinonimo di liberale); il concetto di libertà cui si rifanno questi autori non è quello letterario-aristocratico della tradizione alfieriana, ma quello politico-istituzionale del circolo di Coppet; il giudizio positivo sulle rivoluzioni americana e francese e il tentativo di creare in Italia un’opinione pubblica aperta all’Europa e ai temi del liberalismo (diritti di libertà, eguaglianza civile, sistema rappresentativo, divisione dei poteri, progresso).
2010
Romanticismo/Classicismo, Liberalismo, Schmitt, Madame de Staël: Il Conciliatore, Breme, Borsieri, Pellico, Manzoni, Berchet, Visconti, Coppet.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1386
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