Non sempre il pensiero politico di Karl Jaspers ha ricevuto l’attenzione che merita. Tra i critici, inoltre, è spesso prevalsa la tendenza a considerare la Seconda Guerra Mondiale come un momento di spartiacque nel suo percorso e di conseguenza a contrapporre al «primo» Jaspers, medico e filosofo, il «secondo» Jaspers, intellettuale e pensatore politico. Il presente lavoro si propone di indagare le motivazioni e le premesse anche filosofiche dell’interesse politico di Jaspers a partire dalla sua formazione di psicopatologo e di filosofo dell’esistenza. Ne consegue un percorso scandito per tappe che illustra la stretta connessione esistente nel suo pensiero tra filosofia e politica e che inquadra i modi in cui quel legame si è di volta in volta espresso: da una conferenza datata 1917 e rimasta inedita fino al 1999, agli scritti su temi di pubblica rilevanza (la società di massa e l’università) degli anni Trenta, fino al controverso e coraggioso saggio del 1946 sulla questione delle colpe dei tedeschi per gli orrori del nazismo e della guerra. Mediante il confronto con pensatori che svolsero un ruolo importante per la formazione di Jaspers o che con lui «dialogarono» (tra questi, Max Weber, Martin Heidegger, Hannah Arendt) il lavoro porta in luce la complessità e la ricchezza intellettuale dell’opera di un filosofo che fu lo spettatore e l’interprete di alcuni dei temi più spinosi del Novecento. Ma non solo: sostenuto dalla fiducia nelle capacità indagatrici della ragione umana, Karl Jaspers affrontò molti degli interrogativi e delle sfide che la convivenza umana da sempre pone: il rapporto tra morale e politica e tra teoria e pratica, la specificità del Politico e i limiti della democrazia, la relazione tra libertà individuale e libertà collettiva, il ruolo dell’educazione e le forme della responsabilità.

Karl Jaspers e la politica. Dalle origini alla questione della colpa

Alessiato E
2012-01-01

Abstract

Non sempre il pensiero politico di Karl Jaspers ha ricevuto l’attenzione che merita. Tra i critici, inoltre, è spesso prevalsa la tendenza a considerare la Seconda Guerra Mondiale come un momento di spartiacque nel suo percorso e di conseguenza a contrapporre al «primo» Jaspers, medico e filosofo, il «secondo» Jaspers, intellettuale e pensatore politico. Il presente lavoro si propone di indagare le motivazioni e le premesse anche filosofiche dell’interesse politico di Jaspers a partire dalla sua formazione di psicopatologo e di filosofo dell’esistenza. Ne consegue un percorso scandito per tappe che illustra la stretta connessione esistente nel suo pensiero tra filosofia e politica e che inquadra i modi in cui quel legame si è di volta in volta espresso: da una conferenza datata 1917 e rimasta inedita fino al 1999, agli scritti su temi di pubblica rilevanza (la società di massa e l’università) degli anni Trenta, fino al controverso e coraggioso saggio del 1946 sulla questione delle colpe dei tedeschi per gli orrori del nazismo e della guerra. Mediante il confronto con pensatori che svolsero un ruolo importante per la formazione di Jaspers o che con lui «dialogarono» (tra questi, Max Weber, Martin Heidegger, Hannah Arendt) il lavoro porta in luce la complessità e la ricchezza intellettuale dell’opera di un filosofo che fu lo spettatore e l’interprete di alcuni dei temi più spinosi del Novecento. Ma non solo: sostenuto dalla fiducia nelle capacità indagatrici della ragione umana, Karl Jaspers affrontò molti degli interrogativi e delle sfide che la convivenza umana da sempre pone: il rapporto tra morale e politica e tra teoria e pratica, la specificità del Politico e i limiti della democrazia, la relazione tra libertà individuale e libertà collettiva, il ruolo dell’educazione e le forme della responsabilità.
2012
978-88-97806-20-2
Karl Jaspers; Questione della colpa; Max Weber; Hannah Arendt; Critica della società di massa; Crisi dell'Università
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/14915
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