Il volume indaga il pensiero politico-impolitico di Thomas Mann al tempo della Prima Guerra Mondiale sulla base della produzione saggistica di quegli anni. In particolare il saggio di guerra Considerazioni di un Impolitico (1915-1918) è analizzato tenendo conto di due categorie e delle loro reciproche relazioni: la guerra e l’arte. Esse sono pensate come fenomeni esemplificativi di due modelli paradigmatici che concorrono a definire il rapporto con la realtà storico-politica: la tradizione del realismo politico e la tradizione che mira ad affermare istanze ideali assolute, esterne e superiori alla storia e alla politica. Cifra del pensiero di Mann diventa pertanto il principio della “doppia ottica”, mediante il quale viene argomentata la continuità tra la considerazione manniana dell’arte e quella della realtà storico-politica. Alla luce della “sensibilità sismografica” di Mann e in concordanza con la tesi che le Betrachtungen rappresentano una sorta di “mappa concettuale” della cultura politica tedesca di quel tempo, lo studio ricostruisce inoltre il contesto storico e intellettuale in cui l’autore si trovò a operare. In particolare viene dedicata attenzione agli intellettuali tedeschi contemporanei a Mann che condividevano con lo scrittore la fede nella guerra e le critiche alla modernità e alla democrazia (E. Troeltsch, F. Meinecke, P. Natorp, G. Simmel, E. Bertram, M. Scheler, in parte C. Schmitt). Infine l’analisi dell’esperienza di Mann e delle sue considerazioni è intesa come avvio critico per abbozzare una “teoria dell’impolitico” che si propone di rispondere alla domanda: chi è l’impolitico?
L'impolitico. Thomas Mann tra arte e guerra
Alessiato E
2011-01-01
Abstract
Il volume indaga il pensiero politico-impolitico di Thomas Mann al tempo della Prima Guerra Mondiale sulla base della produzione saggistica di quegli anni. In particolare il saggio di guerra Considerazioni di un Impolitico (1915-1918) è analizzato tenendo conto di due categorie e delle loro reciproche relazioni: la guerra e l’arte. Esse sono pensate come fenomeni esemplificativi di due modelli paradigmatici che concorrono a definire il rapporto con la realtà storico-politica: la tradizione del realismo politico e la tradizione che mira ad affermare istanze ideali assolute, esterne e superiori alla storia e alla politica. Cifra del pensiero di Mann diventa pertanto il principio della “doppia ottica”, mediante il quale viene argomentata la continuità tra la considerazione manniana dell’arte e quella della realtà storico-politica. Alla luce della “sensibilità sismografica” di Mann e in concordanza con la tesi che le Betrachtungen rappresentano una sorta di “mappa concettuale” della cultura politica tedesca di quel tempo, lo studio ricostruisce inoltre il contesto storico e intellettuale in cui l’autore si trovò a operare. In particolare viene dedicata attenzione agli intellettuali tedeschi contemporanei a Mann che condividevano con lo scrittore la fede nella guerra e le critiche alla modernità e alla democrazia (E. Troeltsch, F. Meinecke, P. Natorp, G. Simmel, E. Bertram, M. Scheler, in parte C. Schmitt). Infine l’analisi dell’esperienza di Mann e delle sue considerazioni è intesa come avvio critico per abbozzare una “teoria dell’impolitico” che si propone di rispondere alla domanda: chi è l’impolitico?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.