The occurrence of two events is essential to accelerate the observation and measurement of geological phenomena and the genesis of specific types of text: the birth of Monte Nuovo in Pozzuoli (1538) and the sub-plinian eruption of Vesuvius (1631). These two events, which generated an unprecedented amount of writings in the main European languages ​​of culture and in Latin, were accompanied by a constant eruptive activity of Vesuvius, a circumstance that allowed the stratification of scientific observations and texts in which the eruptions were described. Among the scholars that described the volcano logical events with a first scientific language are the Neapolitan jurist Gaspare Paragallo and the Torrese priest (from Torre del Greco, in the province of Naples) Ignazio Sorrentino. They were responsible for the first more or less systematic observation and description campaigns of Vesuvian activity.

Per la genesi e lo sviluppo dell'italiano della vulcanologia è essenziale il verificarsi di due accadimenti congiunturali che, fra gli anni Trenta del Cinquecento e gli anni Trenta del Seicento accelerano l'osservazione e la misurazione dei fenomeni geologici, la ricerca di fonti più e meno antiche, la descrizione degli eventi, la genesi di specifiche tipologie di testo. Si tratta della nascita di Monte Nuovo a Pozzuoli (1538) e dell'eruzione sub-pliniana del Vesuvio (1631). A questi due eventi, che generarono una mole mai vista prima di scritture nelle principali lingue europee di cultura e in latino, si accompagnò un'attività eruttiva costante del Vesuvio, circostanza che permise la stratificazione delle osservazioni scientifiche e dei testi in cui le eruzioni erano descritte, con una precisione via via maggiore dei dati concernenti i materiali eruttivi, gli intervalli fra un'eruzione e l'altra, l'entità e i tipi di eruzioni, i luoghi, ecc., e, di concerto, una sempre maggiore sensibilità metalinguistica circa la descrizione dei fenomeni osservati.Tutto ciò, nel volgere di alcune generazioni, comportò la nascita di un linguaggio tecnico, quello vulcanologico, appunto, che dall’Italia fu esportato in Europa, e dall'Europa rimbalzò nuovamente in Italia. La generazione di studiosi, perlopiù dilettanti di vulcanologia, che transitò le osservazioni contenute nelle cronache Cinque-Seicentesche nei trattati che possono essere definiti vulcanologici in senso proprio è quella degli osservatori nati nella seconda metà del Seicento, la cui attività si colloca, quindi, a cavallo dei secc. XVII e XVIII. Fra questi vi sono il giurista napoletano Gaspare Paragallo e il sacerdote torrese (di Torre del Greco, in provincia di Napoli) Ignazio Sorrentino. A costoro si devono le prime più o meno sistematiche campagne di osservazione e descrizione dell’attività vesuviana.

Descrivere un’eruzione: prodromi dell’italiano vulcanologico fra Seicento e Settecento (Gaspare Paragallo e Ignazio Sorrentino)

CASAPULLO, Rosa
2018-01-01

Abstract

The occurrence of two events is essential to accelerate the observation and measurement of geological phenomena and the genesis of specific types of text: the birth of Monte Nuovo in Pozzuoli (1538) and the sub-plinian eruption of Vesuvius (1631). These two events, which generated an unprecedented amount of writings in the main European languages ​​of culture and in Latin, were accompanied by a constant eruptive activity of Vesuvius, a circumstance that allowed the stratification of scientific observations and texts in which the eruptions were described. Among the scholars that described the volcano logical events with a first scientific language are the Neapolitan jurist Gaspare Paragallo and the Torrese priest (from Torre del Greco, in the province of Naples) Ignazio Sorrentino. They were responsible for the first more or less systematic observation and description campaigns of Vesuvian activity.
2018
979-10-91460-34-7
Per la genesi e lo sviluppo dell'italiano della vulcanologia è essenziale il verificarsi di due accadimenti congiunturali che, fra gli anni Trenta del Cinquecento e gli anni Trenta del Seicento accelerano l'osservazione e la misurazione dei fenomeni geologici, la ricerca di fonti più e meno antiche, la descrizione degli eventi, la genesi di specifiche tipologie di testo. Si tratta della nascita di Monte Nuovo a Pozzuoli (1538) e dell'eruzione sub-pliniana del Vesuvio (1631). A questi due eventi, che generarono una mole mai vista prima di scritture nelle principali lingue europee di cultura e in latino, si accompagnò un'attività eruttiva costante del Vesuvio, circostanza che permise la stratificazione delle osservazioni scientifiche e dei testi in cui le eruzioni erano descritte, con una precisione via via maggiore dei dati concernenti i materiali eruttivi, gli intervalli fra un'eruzione e l'altra, l'entità e i tipi di eruzioni, i luoghi, ecc., e, di concerto, una sempre maggiore sensibilità metalinguistica circa la descrizione dei fenomeni osservati.Tutto ciò, nel volgere di alcune generazioni, comportò la nascita di un linguaggio tecnico, quello vulcanologico, appunto, che dall’Italia fu esportato in Europa, e dall'Europa rimbalzò nuovamente in Italia. La generazione di studiosi, perlopiù dilettanti di vulcanologia, che transitò le osservazioni contenute nelle cronache Cinque-Seicentesche nei trattati che possono essere definiti vulcanologici in senso proprio è quella degli osservatori nati nella seconda metà del Seicento, la cui attività si colloca, quindi, a cavallo dei secc. XVII e XVIII. Fra questi vi sono il giurista napoletano Gaspare Paragallo e il sacerdote torrese (di Torre del Greco, in provincia di Napoli) Ignazio Sorrentino. A costoro si devono le prime più o meno sistematiche campagne di osservazione e descrizione dell’attività vesuviana.
Volcanology; Scientific Language
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1652
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