Il saggio riflette su come le prescrizioni religiose in materia alimentare costituiscano universi simbolici non immediatamente riducibili a forme di “practical reason”. Si tratta infatti di dispositivi attraverso i quali le identità e le comunità si ridefiniscono incessantemente, riposizionandosi nel sistema globale attraverso una serie di pratiche di distinzione. In particolare, viene analizzato il fenomeno della diffusione di massa del cibo kasher e halal al di fuori dei contesti sociali e rituali tradizionali. Col risultato di trasformare Imam e Rabbini in “tracciatori”, la cui certificazione rassicura fasce sempre più larghe di consumatori estranei alla cultura e alla religione ebraica e islamica. Che considerano l’autorità religiosa più credibile delle autority alimentari in quanto la purezza da esse garantita diventa, con un cortocircuito etico-dietetico, garanzia di genuinità. In questo modo la religione, tradizionalmente erogatrice di salvezza diventa erogatrice di salute. L’articolo, le cui dimensioni sono state dettate dalla gabbia editoriale della Rivista, ha raggiunto un pubblico vasto e diversificato, sia interno che esterno all’Accademia. L’originalità del lavoro consiste nell’indagare l’uso contemporaneo, laico e multiculturale, di pratiche studiate tradizionalmente all’interno dei contesti religiosi e delle comunità di fedeli. La metodologia riprende la lezione di Mary Douglas, Claude Lévi-Strauss e Michel Foucault.
Purezza/pericolo
NIOLA M
2015-01-01
Abstract
Il saggio riflette su come le prescrizioni religiose in materia alimentare costituiscano universi simbolici non immediatamente riducibili a forme di “practical reason”. Si tratta infatti di dispositivi attraverso i quali le identità e le comunità si ridefiniscono incessantemente, riposizionandosi nel sistema globale attraverso una serie di pratiche di distinzione. In particolare, viene analizzato il fenomeno della diffusione di massa del cibo kasher e halal al di fuori dei contesti sociali e rituali tradizionali. Col risultato di trasformare Imam e Rabbini in “tracciatori”, la cui certificazione rassicura fasce sempre più larghe di consumatori estranei alla cultura e alla religione ebraica e islamica. Che considerano l’autorità religiosa più credibile delle autority alimentari in quanto la purezza da esse garantita diventa, con un cortocircuito etico-dietetico, garanzia di genuinità. In questo modo la religione, tradizionalmente erogatrice di salvezza diventa erogatrice di salute. L’articolo, le cui dimensioni sono state dettate dalla gabbia editoriale della Rivista, ha raggiunto un pubblico vasto e diversificato, sia interno che esterno all’Accademia. L’originalità del lavoro consiste nell’indagare l’uso contemporaneo, laico e multiculturale, di pratiche studiate tradizionalmente all’interno dei contesti religiosi e delle comunità di fedeli. La metodologia riprende la lezione di Mary Douglas, Claude Lévi-Strauss e Michel Foucault.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.