Il contributo verte su una figura di reato poco studiata in dottrina, quella della falsa attestazione della presenza in servizio (art. 55-quinquies d. lgs. 165/2001). L’Autore ricostruisce innanzitutto il complesso quadro normativo extrapenale, nel quale si intrecciano profili di responsabilità disciplinare, civile ed erariale; passa poi a valutare criticamente quell’orientamento giurisprudenziale volto a inquadrare i casi di allontanamento ingiustificato dal luogo di lavoro nello schema della truffa (art. 640 c.p.) anche in assenza di un danno economicamente apprezzabile, in questo modo proiettando il profilo teleologico della fattispecie verso la tutela di interessi che non hanno nulla a che fare con il bene giuridico del patrimonio; infine affronta il tema dei rapporti tra la truffa e l’art. 55-quinquies d. lgs. 165/2001, domandandosi se la clausola di riserva contenuta nella seconda fattispecie dia luogo a un concorso di reati o a un concorso apparente di norme. A differenza degli scarsi contributi in materia di falsa attestazione, l’A. mette a profitto gli studi sulle clausole di riserva e giunge alla conclusione che nessuna delle teorie elaborate consente di giungere alla conclusione a suo avviso politicamente più ragionevole, e cioè quella di far prevalere l’art. 55-quinquies.

Profili penali della falsa attestazione della presenza in servizio

Gentile Gianluca
2019-01-01

Abstract

Il contributo verte su una figura di reato poco studiata in dottrina, quella della falsa attestazione della presenza in servizio (art. 55-quinquies d. lgs. 165/2001). L’Autore ricostruisce innanzitutto il complesso quadro normativo extrapenale, nel quale si intrecciano profili di responsabilità disciplinare, civile ed erariale; passa poi a valutare criticamente quell’orientamento giurisprudenziale volto a inquadrare i casi di allontanamento ingiustificato dal luogo di lavoro nello schema della truffa (art. 640 c.p.) anche in assenza di un danno economicamente apprezzabile, in questo modo proiettando il profilo teleologico della fattispecie verso la tutela di interessi che non hanno nulla a che fare con il bene giuridico del patrimonio; infine affronta il tema dei rapporti tra la truffa e l’art. 55-quinquies d. lgs. 165/2001, domandandosi se la clausola di riserva contenuta nella seconda fattispecie dia luogo a un concorso di reati o a un concorso apparente di norme. A differenza degli scarsi contributi in materia di falsa attestazione, l’A. mette a profitto gli studi sulle clausole di riserva e giunge alla conclusione che nessuna delle teorie elaborate consente di giungere alla conclusione a suo avviso politicamente più ragionevole, e cioè quella di far prevalere l’art. 55-quinquies.
2019
falsa attestazione della presenza; concorso di reati; truffa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1803
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