Il volume ricostruisce la storia fondativa e la funzione assolta nel secondo dopoguerra dalla rivista «Lo Spettatore Italiano», fondato a Roma nel gennaio del 1948 da Raimondo Craveri e da Elena Croce. Ne definisce la funzione d’indirizzo, ispirata dal fermo intento di avviare una riforma culturale. che potesse riuscire significativa per le sorti del Paese. S’intendeva promuovere e incoraggiare lo sviluppo di un habitus critico attraverso un’opera di sprovincializzazione della cultura, funzionale alla formazione di una nuova classe dirigente. Al centro della riflessione restava lo status problematico dell’arte e del pensiero moderni su cui incombevano gli imperativi produttivi della civiltà di massa, incompatibili con la figura stessa dell’intellettuale nell’accezione originaria del termine. Questi temi saranno approfonditi tra il 1953 e il 1956, grazie alla collaborazione di Renato Solmi, Cesare Cases, Pietro Citati ed Elémire Zolla che renderanno familiari l’analisi dell’irrazionalismo di György Lukács, il marxismo pascaliano di Walter Benjamin, e le meditazioni di Theo dor Adorno. Nomi pressoché assenti nel dibattito culturale dell’Italia di quegli anni, e che pure, grazie anche allo spazio che Elena Croce volle riservare loro sulle pagine de «Lo Spettatore italiano», entreranno a pieno titolo tra i fondamenti della formazione critica e filosofica del nostro Paese.

Elena Croce e «Lo Spettatore Italiano»: una vocazione per la civiltà Con una scelta di scritti e gli indici della rivista (1948-1956)

Bufacchi
2022-01-01

Abstract

Il volume ricostruisce la storia fondativa e la funzione assolta nel secondo dopoguerra dalla rivista «Lo Spettatore Italiano», fondato a Roma nel gennaio del 1948 da Raimondo Craveri e da Elena Croce. Ne definisce la funzione d’indirizzo, ispirata dal fermo intento di avviare una riforma culturale. che potesse riuscire significativa per le sorti del Paese. S’intendeva promuovere e incoraggiare lo sviluppo di un habitus critico attraverso un’opera di sprovincializzazione della cultura, funzionale alla formazione di una nuova classe dirigente. Al centro della riflessione restava lo status problematico dell’arte e del pensiero moderni su cui incombevano gli imperativi produttivi della civiltà di massa, incompatibili con la figura stessa dell’intellettuale nell’accezione originaria del termine. Questi temi saranno approfonditi tra il 1953 e il 1956, grazie alla collaborazione di Renato Solmi, Cesare Cases, Pietro Citati ed Elémire Zolla che renderanno familiari l’analisi dell’irrazionalismo di György Lukács, il marxismo pascaliano di Walter Benjamin, e le meditazioni di Theo dor Adorno. Nomi pressoché assenti nel dibattito culturale dell’Italia di quegli anni, e che pure, grazie anche allo spazio che Elena Croce volle riservare loro sulle pagine de «Lo Spettatore italiano», entreranno a pieno titolo tra i fondamenti della formazione critica e filosofica del nostro Paese.
2022
9788849870145
Il volume è stato presentato Mercoledì 15 marzo 2023 ore 16.00 Biblioteca Pagliara, via Suor Orsola 10 - Napoli Università degli Studi Suor Orsola Benincasa da Lucio d’Alessandro, Piero Craveri, Benedetta Craveri, Emma Giammattei, Paola Villani. recensioni scientifiche Enrico Mattioda, in “Giornale storico della Letteratura italiana” a, CXL, vol. CC, 2023, fasc. 672, p. 633; Elisiana Fratocchi in “Oblio 48” XIII, dicembre 2023 (Bufacchi-Elena-Croce-e-Lo-Spettatore-Italiano-Rubbettino-2022-Fratocchi.pdf); recensioni divulgative: il volume annunciato da Annamaria Guadagni su “Il Foglio” 10 giugno 2019 (L'élite è morta, viva l'élite! | Il Foglio); Ugo Cundari, Ridiamo a Elena Croce il ruolo che le spetta, “Il Mattino”, 19 marzo 2023, bufacchi-il-mattino.pdf; Eduardo Cagnazzi in “Il giornale OFF. Arte cultura intrattenimento”, 4 maggio 2023.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/28372
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