Lo scritto è occasione per introdurre il vivente/danzante nel lessico pedagogico e legittimare la matrice cinetica e tattile delle pratiche del formare/formarsi. in questa prospettiva, il movimento è riproposto come dimensione mobile e performativa dell’abitare il mondo e qualità tattile dell’ex-istere, da declinare con le figure professionali dell’educazione e della formazione. Si tratta di rintracciare l’origine di una pedagogia dell’azione che guarda al movimento permanente come costitutivo della natura danzante ed “esposta” dell’essere e che fa del gesto danzante lo spazio del vivere e del continuo formare/formarsi. La danza assume dunque valore paradigmatico per una teoria e pratica pedagogica incarnata e costituisce un vero e proprio “ambiente” nel quale situare e ripensare l’agire educativo e formativo, secondo una plastica sensibile che investe corpi e spazi, insieme.

The paper introduces the living/dancing in the pedagogical lexicon to legitimize the kinetic and tactile matrix of the practices of forming/self-forming. in this perspective, movement is reproposed as a mobile and performative dimension of inhabiting the world and as a modus of making oneself space of bodies and of making oneself body of spaces, which is a tactile quality of ex-being. So, this paper traces the origin of a pedagogy of action that looks at permanent movement as a constitutive element of dancing and “exposed” nature of being and makes the dancing gesture the space of living and of continuous forming/self-forming. Therefore, dance assumes a paradigmatic value for an embodied pedagogical theory and practice and constitutes a real “environment” in which to situate and rethink the educational and for-mative action, according to a sensitive plasticity that invests bodies and spaces together.

Spazio al vivente come danzante. Tracce ed emergenze dalla ricerca pedagogica.

Maria D'Ambrosio
2021-01-01

Abstract

The paper introduces the living/dancing in the pedagogical lexicon to legitimize the kinetic and tactile matrix of the practices of forming/self-forming. in this perspective, movement is reproposed as a mobile and performative dimension of inhabiting the world and as a modus of making oneself space of bodies and of making oneself body of spaces, which is a tactile quality of ex-being. So, this paper traces the origin of a pedagogy of action that looks at permanent movement as a constitutive element of dancing and “exposed” nature of being and makes the dancing gesture the space of living and of continuous forming/self-forming. Therefore, dance assumes a paradigmatic value for an embodied pedagogical theory and practice and constitutes a real “environment” in which to situate and rethink the educational and for-mative action, according to a sensitive plasticity that invests bodies and spaces together.
2021
Lo scritto è occasione per introdurre il vivente/danzante nel lessico pedagogico e legittimare la matrice cinetica e tattile delle pratiche del formare/formarsi. in questa prospettiva, il movimento è riproposto come dimensione mobile e performativa dell’abitare il mondo e qualità tattile dell’ex-istere, da declinare con le figure professionali dell’educazione e della formazione. Si tratta di rintracciare l’origine di una pedagogia dell’azione che guarda al movimento permanente come costitutivo della natura danzante ed “esposta” dell’essere e che fa del gesto danzante lo spazio del vivere e del continuo formare/formarsi. La danza assume dunque valore paradigmatico per una teoria e pratica pedagogica incarnata e costituisce un vero e proprio “ambiente” nel quale situare e ripensare l’agire educativo e formativo, secondo una plastica sensibile che investe corpi e spazi, insieme.
epistemology of the living, performing practices, pedagogy of action, sensitive education, tactility.
epistemologia del vivente, pratiche performative, pedagogia dell’azione, educazione sensibile, tattilità.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/29593
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