L’insegnante di sostegno può incarnare quel corpo-docente-mobile (D’Ambrosio, 2016) e sostanziare il ‘farsi incontro’ della Scuola, dove è urgente una sensibilità ‘embodied’ che apra al ‘sentire’ e alla pluralità del corporeo e delle pratiche per- formative, in chiave relazionale. Le resistenze ad incarnare questa postura episte- mologica e metodologica fondata sulla relazione sono tante. Si tratta di incarnare quella postura nel gesto pratico, di farne un modo per coltivarsi e prepararsi a con- nettere differenze e ad ‘abitare’ la pluralità degli spazi Formanti. Una postura più faticosa che sperimenta le differenti forme della relazione e fa dell’azione il quoti- diano campo di ricerca. Per allenare il corpo a farsi spazio di relazione c’è bisogno di legittimare e abilitare la sfera senso-motoria come dimensione propria del vivere e del formarsi.
Pratiche maestre per abitare la differenza. Verso un nuovo profilo di insegnante (senza sostegno)
Maria D'Ambrosio
2022-01-01
Abstract
L’insegnante di sostegno può incarnare quel corpo-docente-mobile (D’Ambrosio, 2016) e sostanziare il ‘farsi incontro’ della Scuola, dove è urgente una sensibilità ‘embodied’ che apra al ‘sentire’ e alla pluralità del corporeo e delle pratiche per- formative, in chiave relazionale. Le resistenze ad incarnare questa postura episte- mologica e metodologica fondata sulla relazione sono tante. Si tratta di incarnare quella postura nel gesto pratico, di farne un modo per coltivarsi e prepararsi a con- nettere differenze e ad ‘abitare’ la pluralità degli spazi Formanti. Una postura più faticosa che sperimenta le differenti forme della relazione e fa dell’azione il quoti- diano campo di ricerca. Per allenare il corpo a farsi spazio di relazione c’è bisogno di legittimare e abilitare la sfera senso-motoria come dimensione propria del vivere e del formarsi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.