Un ampio percorso attraverso testi, letterari e propriamente politici, 'parlamentari'. Il saggio ripercorre la nascita e gli sviluppi di temi e forme del parlamentarismo, segue il dibattito storico e letterario che anima la cultura post-unitaria. Si leggono quindi le immagini e le forme della scrittura del potere. Un tema che, all’indomani dell’Unità, ha trovato nuovo vigore immaginativo ed ha rinvenuto proprio nella sede del Parlamento - Palazzo Carignano prima e Montecitorio poi - come una immagine, un simbolo del potere, o anche sollecitante metafora per molti romanzi che la critica suole raccogliere sotto la, limitante non poco, definizione di ‘letteratura parlamentare’ . Evitando facilmente le anguste, quanto superate, classificazioni di genere – specie per quei decenni di fine Ottocento grevi delle polemiche sulla demeisiana morte dell’arte e del romanzo - resta che del Parlamento, e del parlamentarismo, si occupano diversi scrittori nell’ultimo quarantennio dell’Ottocento. Molti di loro ricevono legittimità, o almeno patente di autorevolezza storica prima che artistica, per la loro duplice veste (non insolita ai tempi) di letterato e uomo politico. Era un progressivo avvicinamento delle due sfere, un fenomeno quasi tellurico, sensibile soprattutto nel Mezzogiorno post-unitario, dove, con l’ingresso anche dell’attività giornalistica, si costituiva un identikit dell’intellettuale post risorgimentale meridionale, tutt’altro che ‘puro’ e insieme però – forte di una matrice hegeliana indelebile - fiero difensore dell’autonomia dell’arte. L’esito: una produzione che non è trattatistica, che non perde la sua connotazione letteraria, ma che in diversi modi, forme, espressioni e punti di vista, interpreta, critica o almeno desacralizza il mondo politico e l’esercizio del potere che in quel fatidico palazzo dei bottoni si consumava. Una produzione che forse ha scarso valore artistico, ma ha anche il merito di restituire un affresco insolito - e con diversa prospettiva - della vita post-unitaria; un quadro variegato, a tinte vivaci, il quale, a dispetto dei suoi oltre cento anni di vita, continua a rivelarsi di sconcertante attualità.

Antieroici furori: i mitili del Parlamento

VILLANI, Paola
2008-01-01

Abstract

Un ampio percorso attraverso testi, letterari e propriamente politici, 'parlamentari'. Il saggio ripercorre la nascita e gli sviluppi di temi e forme del parlamentarismo, segue il dibattito storico e letterario che anima la cultura post-unitaria. Si leggono quindi le immagini e le forme della scrittura del potere. Un tema che, all’indomani dell’Unità, ha trovato nuovo vigore immaginativo ed ha rinvenuto proprio nella sede del Parlamento - Palazzo Carignano prima e Montecitorio poi - come una immagine, un simbolo del potere, o anche sollecitante metafora per molti romanzi che la critica suole raccogliere sotto la, limitante non poco, definizione di ‘letteratura parlamentare’ . Evitando facilmente le anguste, quanto superate, classificazioni di genere – specie per quei decenni di fine Ottocento grevi delle polemiche sulla demeisiana morte dell’arte e del romanzo - resta che del Parlamento, e del parlamentarismo, si occupano diversi scrittori nell’ultimo quarantennio dell’Ottocento. Molti di loro ricevono legittimità, o almeno patente di autorevolezza storica prima che artistica, per la loro duplice veste (non insolita ai tempi) di letterato e uomo politico. Era un progressivo avvicinamento delle due sfere, un fenomeno quasi tellurico, sensibile soprattutto nel Mezzogiorno post-unitario, dove, con l’ingresso anche dell’attività giornalistica, si costituiva un identikit dell’intellettuale post risorgimentale meridionale, tutt’altro che ‘puro’ e insieme però – forte di una matrice hegeliana indelebile - fiero difensore dell’autonomia dell’arte. L’esito: una produzione che non è trattatistica, che non perde la sua connotazione letteraria, ma che in diversi modi, forme, espressioni e punti di vista, interpreta, critica o almeno desacralizza il mondo politico e l’esercizio del potere che in quel fatidico palazzo dei bottoni si consumava. Una produzione che forse ha scarso valore artistico, ma ha anche il merito di restituire un affresco insolito - e con diversa prospettiva - della vita post-unitaria; un quadro variegato, a tinte vivaci, il quale, a dispetto dei suoi oltre cento anni di vita, continua a rivelarsi di sconcertante attualità.
2008
978-88-498-2303-5
Carlo Del Balzo; parlamentarismo; Gaetano Mosca; Ruggiero Bonghi; Napoleone Colajanni
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/3086
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