Lo studio analizza negli aspetti della forma architettonica e delle soluzioni tecniche che ne discendono l’architettura delle cappelle Caracciolo di Vico e di Caterina Pignatelli, nelle chiese napoletane di San Giovanni a Carbonara e Santa Maria dei Pignatelli. Le cappelle sono espressione all’attività di Diego de Siloe a Napoli, riportata all’intervallo temporale approssimativo 1513 – 1518, e dell’entourage, principalmente il socio Bartolomé Ordóñez. Nella mancanza di dati documentali diretti la critica storico-artistica è sostanzialmente concorde ad attribuire a Diego de Siloe una notevole responsabilità per le opere di scultura di entrambe le cappelle, mentre controversa è l’attribuzione del progetto architettonico. La ricchezza di riferimenti a espressioni del clima culturale e artistico romano di Primo Cinquecento e, per la cappella Caracciolo di Vico, la partecipazione corale di tecnici e umanisti alla definizione e realizzazione dell’opera, sono invece aspetti condivisi. Nel quadro di questa integrazione e compartecipazione si indaga su alcuni aspetti specifici delle cappelle che possono essere restituiti a Diego De Siloe. L’analisi dell’architettura delle cappelle ha posto generalmente attenzione alla partitura dell’ordine classico e ai relativi dettagli nel confronto con architetture coeve o modelli dell’antico. Minore attenzione è stata posta all’impianto geometrico che sottende l’architettura e alle soluzioni tecnico costruttive che ne discendono, che appaiono invece aspetti preponderanti e caratterizzanti le due cappelle. L’analisi di questi aspetti legge un’accurata costruzione geometrica per la definizione della forma architettonica e l’interesse ad affrontare problemi tecnici di difficile soluzione nel controllo geometrico di forme complesse e di rotazione, ottenute da lavorazione e taglio della pietra. Queste caratteristiche appaiono legare insieme la raffinata cultura iberica di tracciamento e taglio della pietra con il controllo prospettico e delle proporzioni del Rinascimento italiano che, illuminanti nel tema della transizione da Gotico a Rinascimento, appaiono far luce sul contributo di Diego de Siloe anche per l’architettura.
Geometria sottesa e dettagli costruttivi delle cappelle napoletane a impianto centrale a cui lavorò Diego de Siloe a Napoli
M. T. Como
2022-01-01
Abstract
Lo studio analizza negli aspetti della forma architettonica e delle soluzioni tecniche che ne discendono l’architettura delle cappelle Caracciolo di Vico e di Caterina Pignatelli, nelle chiese napoletane di San Giovanni a Carbonara e Santa Maria dei Pignatelli. Le cappelle sono espressione all’attività di Diego de Siloe a Napoli, riportata all’intervallo temporale approssimativo 1513 – 1518, e dell’entourage, principalmente il socio Bartolomé Ordóñez. Nella mancanza di dati documentali diretti la critica storico-artistica è sostanzialmente concorde ad attribuire a Diego de Siloe una notevole responsabilità per le opere di scultura di entrambe le cappelle, mentre controversa è l’attribuzione del progetto architettonico. La ricchezza di riferimenti a espressioni del clima culturale e artistico romano di Primo Cinquecento e, per la cappella Caracciolo di Vico, la partecipazione corale di tecnici e umanisti alla definizione e realizzazione dell’opera, sono invece aspetti condivisi. Nel quadro di questa integrazione e compartecipazione si indaga su alcuni aspetti specifici delle cappelle che possono essere restituiti a Diego De Siloe. L’analisi dell’architettura delle cappelle ha posto generalmente attenzione alla partitura dell’ordine classico e ai relativi dettagli nel confronto con architetture coeve o modelli dell’antico. Minore attenzione è stata posta all’impianto geometrico che sottende l’architettura e alle soluzioni tecnico costruttive che ne discendono, che appaiono invece aspetti preponderanti e caratterizzanti le due cappelle. L’analisi di questi aspetti legge un’accurata costruzione geometrica per la definizione della forma architettonica e l’interesse ad affrontare problemi tecnici di difficile soluzione nel controllo geometrico di forme complesse e di rotazione, ottenute da lavorazione e taglio della pietra. Queste caratteristiche appaiono legare insieme la raffinata cultura iberica di tracciamento e taglio della pietra con il controllo prospettico e delle proporzioni del Rinascimento italiano che, illuminanti nel tema della transizione da Gotico a Rinascimento, appaiono far luce sul contributo di Diego de Siloe anche per l’architettura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.