Chiamato in Rai da Giovanni Battista Angioletti, Carlo Emilio Gadda giunse a Roma nel 1950 e nella Capitale scelse di fermarsi per il resto della vita (morì nel 1973). Sono gli anni della pubblicazione in volume dei suoi grandi romanzi – “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” e "La cognizione del dolore"– e del successo editoriale, con la conseguente notorietà; gli anni dei premi letterari, ma anche degli insorgenti malesseri fisici e nervosi. In questa lunga e feconda stagione, nascono nuove collaborazioni e rare amicizie: fra queste, una delle più autentiche è quella con Leone Piccioni che questo libro testimonia attraverso la loro corrispondenza per buona parte inedita. Le lettere sono affiancate da articoli, saggi e interviste che, dal 1950 in poi, Piccioni ha dedicato al narratore milanese, seguendone ogni nuova impresa e creando quel «libero scambio tra lo scrittore e la critica e il pubblico» di cui Piccioni fu pioniere e teorico. Il volume è introdotto, curato e annotato da Silvia Zoppi Garampi, la prefazione è di Emanuele Trevi.
«Col nuovo sole ti disturberò». Scritti, lettere, detti memorabili
Zoppi Silvia
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2022-01-01
Abstract
Chiamato in Rai da Giovanni Battista Angioletti, Carlo Emilio Gadda giunse a Roma nel 1950 e nella Capitale scelse di fermarsi per il resto della vita (morì nel 1973). Sono gli anni della pubblicazione in volume dei suoi grandi romanzi – “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” e "La cognizione del dolore"– e del successo editoriale, con la conseguente notorietà; gli anni dei premi letterari, ma anche degli insorgenti malesseri fisici e nervosi. In questa lunga e feconda stagione, nascono nuove collaborazioni e rare amicizie: fra queste, una delle più autentiche è quella con Leone Piccioni che questo libro testimonia attraverso la loro corrispondenza per buona parte inedita. Le lettere sono affiancate da articoli, saggi e interviste che, dal 1950 in poi, Piccioni ha dedicato al narratore milanese, seguendone ogni nuova impresa e creando quel «libero scambio tra lo scrittore e la critica e il pubblico» di cui Piccioni fu pioniere e teorico. Il volume è introdotto, curato e annotato da Silvia Zoppi Garampi, la prefazione è di Emanuele Trevi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.