«Dopo la caduta della Repubblica, Napoli non presentò che l’immagine dello squallore» . La rappresentazione della città nel primo Ottocento appare indissolubilmente legata agli eventi rivoluzionari, e alla loro tragica conclusione, che avevano chiuso il secolo precedente; nel segno – insieme – di una cesura e di un nuovo inizio, non soltanto per Napoli, e soprattutto non soltanto per la storia politica ed economica . In coincidenza con quella data può senza dubbio registrarsi anche un mutamento culturale e artistico, direttamente connesso ed alimentato da quella tragica esperienza storico-politica e dall’inizio della restaurazione borbonica; Napoli si afferma come ‘tema’ letterario tra i più percorsi all’interno delle diverse scritture del primissimo Ottocento. Più in generale, in questa stagione di inizio secolo, peculiare, dall’aspetto incoerente e magmatico, della quale si evidenzieranno primati ma anche assenze, entrano a far parte da protagonisti non solo autori propriamente napoletani, ma anche tanti altri che afferivano dalle province del Regno e soprattutto i grandi intellettuali e artisti stranieri, molti dei quali si trovavano in città non solo per un breve viaggio. Questi ultimi si inseriscono a pieno titolo nel tessuto sociale e culturale della capitale; ‘residenti cosmopoliti’ che con le loro pagine offrono un decisivo apporto all’affresco della città. Napoli, quindi, non solo come tappa obbligata del Grand Tour, ma fecondissima espressione di simbiosi tra «nativi», «residenti» a vario titolo e anche semplici viaggiatori, in vario modo ispirati dalla Musa, affascinati dal mito o desiderosi di superarlo ed evidenziarne le piaghe politiche e sociali. Un filone che avrebbe preso corpo nel corso del primo Ottocento, fino a comporre l’affresco del grande «romanzo di Napoli» .

Dalla restaurazione all'Unità (1800-1860)

VILLANI, Paola
2010-01-01

Abstract

«Dopo la caduta della Repubblica, Napoli non presentò che l’immagine dello squallore» . La rappresentazione della città nel primo Ottocento appare indissolubilmente legata agli eventi rivoluzionari, e alla loro tragica conclusione, che avevano chiuso il secolo precedente; nel segno – insieme – di una cesura e di un nuovo inizio, non soltanto per Napoli, e soprattutto non soltanto per la storia politica ed economica . In coincidenza con quella data può senza dubbio registrarsi anche un mutamento culturale e artistico, direttamente connesso ed alimentato da quella tragica esperienza storico-politica e dall’inizio della restaurazione borbonica; Napoli si afferma come ‘tema’ letterario tra i più percorsi all’interno delle diverse scritture del primissimo Ottocento. Più in generale, in questa stagione di inizio secolo, peculiare, dall’aspetto incoerente e magmatico, della quale si evidenzieranno primati ma anche assenze, entrano a far parte da protagonisti non solo autori propriamente napoletani, ma anche tanti altri che afferivano dalle province del Regno e soprattutto i grandi intellettuali e artisti stranieri, molti dei quali si trovavano in città non solo per un breve viaggio. Questi ultimi si inseriscono a pieno titolo nel tessuto sociale e culturale della capitale; ‘residenti cosmopoliti’ che con le loro pagine offrono un decisivo apporto all’affresco della città. Napoli, quindi, non solo come tappa obbligata del Grand Tour, ma fecondissima espressione di simbiosi tra «nativi», «residenti» a vario titolo e anche semplici viaggiatori, in vario modo ispirati dalla Musa, affascinati dal mito o desiderosi di superarlo ed evidenziarne le piaghe politiche e sociali. Un filone che avrebbe preso corpo nel corso del primo Ottocento, fino a comporre l’affresco del grande «romanzo di Napoli» .
2010
978-88-95241-68-5
romanticismo; Napoli; Leopardi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/3189
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