La crescita del valore educativo del corpo in movimento ha sollecitato la nascita di suggestioni, analogie e nuove prospettive dialogiche tra didattica e costrutti neuroscientifici della didattica, delineando un nuovo costrutto di conoscenza, descritto da Varela Thompson e Rosch come embodied, ovvero mappata nel nostro sistema sensomotorio. In particolare, le ricerche neuroscientifiche riconducibili al neurofisiologo Alain Berthoz costituiscono un chiaro esempio del potenziale analogico e della prospettiva transdisciplinare allo studio del fenomeno didattico. Partendo dall’assunto di Berthoz, per cui «I nostri pensieri, lo sviluppo delle nostre funzioni cognitive più elevate e anche più astratte si fondano sul corpo in atto», si sostanzia l’idea che «non vi è alcuna percezione del mondo che non faccia riferimento in qualche modo al corpo che agisce». In questo orizzonte teorico plurale, il movimento si configura come uno dei dispositivi d’interazione della persona con l’ambiente, indispensabile per una molteplicità di processi adattivi, compreso quello didattico, in cui il corpo assume i connotati di un agente che grazie al movimento è attivo e co-evolve nella costruzione dei significati. Il contributo riconosce ed approfondisce il tema della pluralità semantica della corporeità delineando prospettive didattiche innovative, indispensabili alle funzioni di codifica e decodifica del senso.
La dimensione polisemica del movimento: alfabeti corporei a scuola.
CARLOMAGNO, Nadia
2015-01-01
Abstract
La crescita del valore educativo del corpo in movimento ha sollecitato la nascita di suggestioni, analogie e nuove prospettive dialogiche tra didattica e costrutti neuroscientifici della didattica, delineando un nuovo costrutto di conoscenza, descritto da Varela Thompson e Rosch come embodied, ovvero mappata nel nostro sistema sensomotorio. In particolare, le ricerche neuroscientifiche riconducibili al neurofisiologo Alain Berthoz costituiscono un chiaro esempio del potenziale analogico e della prospettiva transdisciplinare allo studio del fenomeno didattico. Partendo dall’assunto di Berthoz, per cui «I nostri pensieri, lo sviluppo delle nostre funzioni cognitive più elevate e anche più astratte si fondano sul corpo in atto», si sostanzia l’idea che «non vi è alcuna percezione del mondo che non faccia riferimento in qualche modo al corpo che agisce». In questo orizzonte teorico plurale, il movimento si configura come uno dei dispositivi d’interazione della persona con l’ambiente, indispensabile per una molteplicità di processi adattivi, compreso quello didattico, in cui il corpo assume i connotati di un agente che grazie al movimento è attivo e co-evolve nella costruzione dei significati. Il contributo riconosce ed approfondisce il tema della pluralità semantica della corporeità delineando prospettive didattiche innovative, indispensabili alle funzioni di codifica e decodifica del senso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.