Con l'aiuto della serie televisiva "Tredici" – emblematica del nostro tempo per il successo planetario che ha riscosso presso i ragazzi in età scolare attraverso la narrazione della vicenda di un'adolescente americana che muore suicida – il lavoro intende mostrare che il fenomeno del cyberbullismo ha due facce. Se la prima è la faccia visibile, ovvero l'ostilità online praticata nei confronti di determinati soggetti, l'altra faccia è il sostrato emotivo sulla cui base i noti fenomeni manifesti riescono ad acquistare i loro connotati mortiferi. Tale retroterra, in ombra per sua stessa natura, è costituito dall'impossibilità per gli adolescenti di comunicare sentimenti gravosi (dolore, tristezza, disperazione), sentimenti percepiti come non-accettabili, in quanto non rispondenti a un criterio di desiderabilità sociale a cui non solo la persona aderisce nella sua auto-narrazione pubblica, ma con il quale la persona s'identifica fin nel proprio intimo. La vicenda della protagonista di "Tredici" non è dissimile da quella che coinvolse nel 2013 a Novara la quattordicenne Carolina Picchio, il cui suicidio costituì lo stimolo di partenza per il percorso che ha condotto all'approvazione, in Italia, della Legge n. 71 del 2017 sul cyberbullismo: laddove la propria intimità sia improvvisamente resa pubblica nella rete per un atto di ostilità, e laddove sia così difficile raccontare innanzitutto a se stessi la disperazione che ne deriva, a maggior ragione diventa impossibile comunicarla ad altri per chiedere aiuto. La propensione rigida alla non-accettazione e alla non-comunicabilità del dolore, in alcuni casi, può portare infine alla scelta dell'eliminazione stessa del sé in quanto grumo di dolore. Come tale, non-accettabile, non meritevole di esistenza.

Ostilità online e dolore negato: il caso "Tredici"

A. Lando
2020-01-01

Abstract

Con l'aiuto della serie televisiva "Tredici" – emblematica del nostro tempo per il successo planetario che ha riscosso presso i ragazzi in età scolare attraverso la narrazione della vicenda di un'adolescente americana che muore suicida – il lavoro intende mostrare che il fenomeno del cyberbullismo ha due facce. Se la prima è la faccia visibile, ovvero l'ostilità online praticata nei confronti di determinati soggetti, l'altra faccia è il sostrato emotivo sulla cui base i noti fenomeni manifesti riescono ad acquistare i loro connotati mortiferi. Tale retroterra, in ombra per sua stessa natura, è costituito dall'impossibilità per gli adolescenti di comunicare sentimenti gravosi (dolore, tristezza, disperazione), sentimenti percepiti come non-accettabili, in quanto non rispondenti a un criterio di desiderabilità sociale a cui non solo la persona aderisce nella sua auto-narrazione pubblica, ma con il quale la persona s'identifica fin nel proprio intimo. La vicenda della protagonista di "Tredici" non è dissimile da quella che coinvolse nel 2013 a Novara la quattordicenne Carolina Picchio, il cui suicidio costituì lo stimolo di partenza per il percorso che ha condotto all'approvazione, in Italia, della Legge n. 71 del 2017 sul cyberbullismo: laddove la propria intimità sia improvvisamente resa pubblica nella rete per un atto di ostilità, e laddove sia così difficile raccontare innanzitutto a se stessi la disperazione che ne deriva, a maggior ragione diventa impossibile comunicarla ad altri per chiedere aiuto. La propensione rigida alla non-accettazione e alla non-comunicabilità del dolore, in alcuni casi, può portare infine alla scelta dell'eliminazione stessa del sé in quanto grumo di dolore. Come tale, non-accettabile, non meritevole di esistenza.
2020
978-88-255-3175-6
Cyberbullismo, Educazione, Sentimenti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/32155
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