L’intera vicenda dei servizi pubblici si inserisce nel solo dell’alternanza tra estensione di logiche pubblicistiche a sfere precedentemente dominate dal diritto comune e successiva ed inversa erosione delle forme tipiche del diritto amministrativo dinanzi alle dinamiche imposte dalle privatizzazioni. In particolare, l’impiego del contratto di servizio riflette la tendenza a raccogliere in schemi contrattuali aspetti non esclusivamente ricostruibili come eventi a contenuto patrimoniale. Lo studio di questo strumento di regolazione dei rapporti tra amministrazioni titolari del servizio e soggetti incaricati della sua gestione, mette in luce come il risultato della trasformazione non possa essere decifrata come integrale sostituzione di regole pubblicistiche a regole attinte dal diritto comune. La pluralità delle fonti che, nell’ordinamento nazionale, contemplano il ricorso al contratto di servizio, suggeriscono di procedere, nel tentativo di chiarire i nodi problematici sottesi all’impiego del medesimo, in modo disaggregato, guardando cioè ai singoli settori (radiotelevisivo, trasporto ferroviario, assistenza al volo, valorizzazione dei beni culturali). In sede locale - dove il contratto di servizio svolge una funzione conformativa dell’attività economica del gestore, anche nelle ipotesi in cui il principio di separazione tra proprietà della rete ed erogazione del servizio subisce un’attenuazione – si ritrovano, tuttavia, le ipotesi più rappresentative di applicazione del modello, attesa la generalizzazione del ricorso al contratto di servizio disposta dalla disciplina delle modalità di affidamento dei servizi pubblici recata dal TUEL.

Il contratto di servizio

ACOCELLA Carla
2007-01-01

Abstract

L’intera vicenda dei servizi pubblici si inserisce nel solo dell’alternanza tra estensione di logiche pubblicistiche a sfere precedentemente dominate dal diritto comune e successiva ed inversa erosione delle forme tipiche del diritto amministrativo dinanzi alle dinamiche imposte dalle privatizzazioni. In particolare, l’impiego del contratto di servizio riflette la tendenza a raccogliere in schemi contrattuali aspetti non esclusivamente ricostruibili come eventi a contenuto patrimoniale. Lo studio di questo strumento di regolazione dei rapporti tra amministrazioni titolari del servizio e soggetti incaricati della sua gestione, mette in luce come il risultato della trasformazione non possa essere decifrata come integrale sostituzione di regole pubblicistiche a regole attinte dal diritto comune. La pluralità delle fonti che, nell’ordinamento nazionale, contemplano il ricorso al contratto di servizio, suggeriscono di procedere, nel tentativo di chiarire i nodi problematici sottesi all’impiego del medesimo, in modo disaggregato, guardando cioè ai singoli settori (radiotelevisivo, trasporto ferroviario, assistenza al volo, valorizzazione dei beni culturali). In sede locale - dove il contratto di servizio svolge una funzione conformativa dell’attività economica del gestore, anche nelle ipotesi in cui il principio di separazione tra proprietà della rete ed erogazione del servizio subisce un’attenuazione – si ritrovano, tuttavia, le ipotesi più rappresentative di applicazione del modello, attesa la generalizzazione del ricorso al contratto di servizio disposta dalla disciplina delle modalità di affidamento dei servizi pubblici recata dal TUEL.
2007
978-88-348-7325-0
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/3436
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