Il nucleo valoriale della Costituzione italiana si fonda sulla dignità umana, principio che guida e limita l’azione legislativa e che permea tutti i diritti fondamentali. La dignità, in quanto fonte di diritti inalienabili, si afferma anche come limite assoluto nel contesto della pena, come sottolineato dall’articolo 27 della Costituzione, che stabilisce che la pena debba essere orientata alla rieducazione del condannato. La giurisprudenza, tanto nazionale quanto internazionale, ha rinforzato l’idea che la pena non possa mai ridurre il detenuto a oggetto di vendetta, ma debba sempre essere finalizzata alla sua risocializzazione. Le sentenze della Corte costituzionale, in particolare quelle riguardanti l’ergastolo ostativo, pongono in discussione l’automatismo legislativo che collega la mancanza di collaborazione con la giustizia alla presunzione di pericolosità sociale. Tali sviluppi giuridici si allineano con i principi della Convenzione Europea dei Diritti Umani, che promuove la dignità e il diritto alla speranza per ogni detenuto, inclusi quelli condannati a pene detentive perpetue. In questo contesto, la pedagogia emerge come un contributo fondamentale, offrendo una visione alternativa al rigido paradigma punitivo, puntando alla possibilità di trasformazione del condannato. La pedagogia, con il suo approccio umano e inclusivo, interroga le leggi penali e suggerisce nuove modalità di intervento che potrebbero rispondere meglio alla finalità risocializzante della pena. Tuttavia, il legislatore tende a rimanere distante da questo approccio, privilegiando spesso la severità della pena piuttosto che la sua funzione educativa. L’interazione tra diritto e pedagogia, come auspicato dalla giurisprudenza costituzionale e dalla Corte Europea, diventa quindi cruciale per superare le rigidità del sistema penale e garantire che ogni individuo, anche il più lontano dalla società, possa aspirare alla reintegrazione sociale.
L’autore delle leggi, il giudice delle leggi e la pedagogia: “il triangolo amoroso” tra staticità e mutamento
M. TARASCHI
2023-01-01
Abstract
Il nucleo valoriale della Costituzione italiana si fonda sulla dignità umana, principio che guida e limita l’azione legislativa e che permea tutti i diritti fondamentali. La dignità, in quanto fonte di diritti inalienabili, si afferma anche come limite assoluto nel contesto della pena, come sottolineato dall’articolo 27 della Costituzione, che stabilisce che la pena debba essere orientata alla rieducazione del condannato. La giurisprudenza, tanto nazionale quanto internazionale, ha rinforzato l’idea che la pena non possa mai ridurre il detenuto a oggetto di vendetta, ma debba sempre essere finalizzata alla sua risocializzazione. Le sentenze della Corte costituzionale, in particolare quelle riguardanti l’ergastolo ostativo, pongono in discussione l’automatismo legislativo che collega la mancanza di collaborazione con la giustizia alla presunzione di pericolosità sociale. Tali sviluppi giuridici si allineano con i principi della Convenzione Europea dei Diritti Umani, che promuove la dignità e il diritto alla speranza per ogni detenuto, inclusi quelli condannati a pene detentive perpetue. In questo contesto, la pedagogia emerge come un contributo fondamentale, offrendo una visione alternativa al rigido paradigma punitivo, puntando alla possibilità di trasformazione del condannato. La pedagogia, con il suo approccio umano e inclusivo, interroga le leggi penali e suggerisce nuove modalità di intervento che potrebbero rispondere meglio alla finalità risocializzante della pena. Tuttavia, il legislatore tende a rimanere distante da questo approccio, privilegiando spesso la severità della pena piuttosto che la sua funzione educativa. L’interazione tra diritto e pedagogia, come auspicato dalla giurisprudenza costituzionale e dalla Corte Europea, diventa quindi cruciale per superare le rigidità del sistema penale e garantire che ogni individuo, anche il più lontano dalla società, possa aspirare alla reintegrazione sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.