Il contributo si propone di offrire al lettore una riflessione sulla forza mite e propulsiva delle narrazioni femminili. Nel Novecento la scrittura di sé assume una dignità letteraria rivelandosi, secondo un’interpretazione pedagogica, un setting simbolico di cura e autoformazione, di crescita identitaria e di presa di parola. L’autobiografia descrive storie di vita, ci parla di pensieri, sentimenti, fatti, luoghi e inevitabilmente restituisce a chi legge contesti sociali, eventi storici, tradizioni culturali che fanno da sfondo al “sentire” di chi scrive. In un Italia del secondo dopoguerra che inquadra rigidamente la mascolinità e la femminilità, riconoscendo alla donna i ruoli di madre amorevole, moglie impeccabile o meretrice, il contributo focalizza l’attenzione sulle testimonianze dirette delle “Signorine” che hanno lavorato e abitato nelle case di tolleranza italiane e che con le loro lettere hanno dato vigore al Progetto di Legge contro lo sfruttamento della prostituzione promosso dalla Senatrice Lina Merlin che portò alla definitiva abolizione delle case chiuse nell’anno 1958.
Memorie dalle case chiuse: il valore emancipativo della scrittura autobiografica
Martina Ercolano
2023-01-01
Abstract
Il contributo si propone di offrire al lettore una riflessione sulla forza mite e propulsiva delle narrazioni femminili. Nel Novecento la scrittura di sé assume una dignità letteraria rivelandosi, secondo un’interpretazione pedagogica, un setting simbolico di cura e autoformazione, di crescita identitaria e di presa di parola. L’autobiografia descrive storie di vita, ci parla di pensieri, sentimenti, fatti, luoghi e inevitabilmente restituisce a chi legge contesti sociali, eventi storici, tradizioni culturali che fanno da sfondo al “sentire” di chi scrive. In un Italia del secondo dopoguerra che inquadra rigidamente la mascolinità e la femminilità, riconoscendo alla donna i ruoli di madre amorevole, moglie impeccabile o meretrice, il contributo focalizza l’attenzione sulle testimonianze dirette delle “Signorine” che hanno lavorato e abitato nelle case di tolleranza italiane e che con le loro lettere hanno dato vigore al Progetto di Legge contro lo sfruttamento della prostituzione promosso dalla Senatrice Lina Merlin che portò alla definitiva abolizione delle case chiuse nell’anno 1958.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.