L’oggetto della conoscenza, la ‘realtà’ da conoscere dei moderni, ‘emerge’ dall’atto del conoscere e quindi fa spazio, con i postmoderni, alla relazione e attraverso questa incorpora lo ‘sguardo’ (l’osservazione per dirla con Matura e Varela) di chi conosce. Questo salto epistemologico e ontologico, segnato anche dalle avanguardie artistiche del Novecento, ha reso necessario un ritorno, di cifra premoderna, al complexus e quindi all’intreccio tra natura, materia organica, sostanza, e forma, immagine, ombra - per dirla con Giordano Bruno. Così la ‘realtà’ da conoscere non è confusa con la verità ma indagata in senso multidisciplinare come un tutto, complesso appunto, e l’oggetto delle scienze cosiddette esatte colto attraverso la stessa problematicità dell’oggetto delle scienze dello spirito. In questa rottura dei confini disciplinari e delle relative modalità conoscitive sta soprattutto la svolta postmoderna che ha reso necessaria anche un’immagine della formazione che, tradotta in termini di Bildung appunto, fosse in grado di assumere nel proprio orizzonte l’intreccio tra natura e cultura, res extensa e res cogitans. Scienze della natura e scienze della cultura, sulla cui opposizione e distinzione la modernità ha costruito la propria visione del mondo, vengono ricondotte all’uomo, “l’uomo come essere di natura e portatore di cultura” perché possa ‘liberarsi’ della verità e riconoscersi nello stato, instabile e inquieto, della ricerca della verità.
Tattilità della Bildung: verso una metodologia 'embodied' del fare scienza. Tra moderno e postmoderno: estetica e po(i)etica come 'emergenze' della formazione.
D'AMBROSIO, Maria
2013-01-01
Abstract
L’oggetto della conoscenza, la ‘realtà’ da conoscere dei moderni, ‘emerge’ dall’atto del conoscere e quindi fa spazio, con i postmoderni, alla relazione e attraverso questa incorpora lo ‘sguardo’ (l’osservazione per dirla con Matura e Varela) di chi conosce. Questo salto epistemologico e ontologico, segnato anche dalle avanguardie artistiche del Novecento, ha reso necessario un ritorno, di cifra premoderna, al complexus e quindi all’intreccio tra natura, materia organica, sostanza, e forma, immagine, ombra - per dirla con Giordano Bruno. Così la ‘realtà’ da conoscere non è confusa con la verità ma indagata in senso multidisciplinare come un tutto, complesso appunto, e l’oggetto delle scienze cosiddette esatte colto attraverso la stessa problematicità dell’oggetto delle scienze dello spirito. In questa rottura dei confini disciplinari e delle relative modalità conoscitive sta soprattutto la svolta postmoderna che ha reso necessaria anche un’immagine della formazione che, tradotta in termini di Bildung appunto, fosse in grado di assumere nel proprio orizzonte l’intreccio tra natura e cultura, res extensa e res cogitans. Scienze della natura e scienze della cultura, sulla cui opposizione e distinzione la modernità ha costruito la propria visione del mondo, vengono ricondotte all’uomo, “l’uomo come essere di natura e portatore di cultura” perché possa ‘liberarsi’ della verità e riconoscersi nello stato, instabile e inquieto, della ricerca della verità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.