Il volume analizza la fisionomia culturale di Rocco Edoardo Pagliara, uno degli intellettuali di maggior fascino nella Napoli di fine Ottocento e inizi Novecento, poeta, giornalista, traduttore, raffinato critico musicale, sodale del compositore Giuseppe Martucci e autentico protagonista della storia del Conservatorio musicale di San Pietro a Majella. Pagliara fu amico di intellettuali partenopei, come Vittorio Pica e Salvatore Di Giacomo, e di molti tra i maggiori artisti del suo tempo operanti nell’ex capitale borbonica, da Belliazzi a Jerace, da Franceschi a Dalbono, da Migliaro a Scoppetta. La vicinanza al mondo artistico partenopeo, attestata da numerose lettere inedite o poco note, fu rinsaldata dall’intensa attività di recensore, in particolare delle mostre d’arte della Promotrice che si tennero a Napoli sul finire dell’Ottocento. Un’attività, quest’ultima, fin qui quasi del tutto trascurata, e che viene in questo libro per la prima volta riscoperta e valorizzata, anche perché si è rivelata molto importante per la comprensione di alcuni aspetti del collezionismo di Pagliara. L’intensa passione per le arti decorative, la capacità di apprezzare tra i primi a Napoli la pittura del Seicento e del Settecento e la bibliofilia fanno di Pagliara uno dei collezionisti di maggiore interesse nei suoi anni nel contesto meridionale. Il patrimonio materiale da lui raccolto risulta diviso tra due autorevoli sedi, l’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte in Palazzo Venezia a Roma, dove nel 1922 confluì la sua ricchissima biblioteca personale – una vicenda per la prima volta in questa sede ripercorsa e ricostruita grazie allo studio di numerosi documenti inediti –, e l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, che conserva una parte consistente delle sue collezioni d’arte, dipinti, sculture, tessuti e molti altri esempi di arti decorative, disegni e, soprattutto, la straordinaria collezione di stampe. Tale raccolta, in gran parte dispersa in seguito alle vendite che seguirono la morte del collezionista (1914), nel 1947 venne legata dalla sorella di Rocco, Maria Antonietta, prima rettrice del Magistero, alla Fondazione Pagliara, una delle articolazioni istituzionali del Suor Orsola Benincasa. La parte migliore della raccolta venne fatta confluire nel Museo Pagliara, ideato da Sergio Ortolani. Il grande storico dell’arte, scomparso prematuramente nel 1949, non fece in tempo a completare il Museo, compiuto da Valerio Mariani e inaugurato nel 1952. Di questa rilevante esperienza, che ne fa uno dei primi, se non il primo museo storico-artistico italiano di ambito universitario, vengono esaminate le peculiarità, strettamente connesse all’attività didattica. Il volume, inoltre, esamina il processo di valorizzazione del patrimonio artistico di proprietà della Fondazione Pagliara, specialmente attraverso le mostre, che dal 1977 a oggi hanno fatto conoscere una parte consistente del suo cospicuo patrimonio grafico. L’ultima parte del testo è incentrata sull’analisi del Museo Pagliara riaperto nel 2017, con caratteristiche molto diverse rispetto a quello originario, e più strettamente connesse alla illustrazione di alcune caratteristiche del collezionismo di Rocco Pagliara, che oggi possiamo valutare anche grazie alla pubblicazione di numerosi documenti e inventari fin qui rimasti in gran parte sconosciuti. Si esaminano infine le diverse attività che negli ultimi anni hanno reso il Museo e il gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Fondazione nuovamente contesti altamente rilevanti per la didattica universitaria del Suor Orsola, anche in relazione all’introduzione di alcune sperimentazioni nel campo della fruizione del patrimonio attraverso le tecnologie digitali, quali ad esempio le mostre virtuali o l’app ‘Museo Pagliara’.
Il Museo della Fondazione Pagliara. Storia di una raccolta d'arte dalla 'tradizione' alle tecnologie digitali
Stefano De Mieri
2024-01-01
Abstract
Il volume analizza la fisionomia culturale di Rocco Edoardo Pagliara, uno degli intellettuali di maggior fascino nella Napoli di fine Ottocento e inizi Novecento, poeta, giornalista, traduttore, raffinato critico musicale, sodale del compositore Giuseppe Martucci e autentico protagonista della storia del Conservatorio musicale di San Pietro a Majella. Pagliara fu amico di intellettuali partenopei, come Vittorio Pica e Salvatore Di Giacomo, e di molti tra i maggiori artisti del suo tempo operanti nell’ex capitale borbonica, da Belliazzi a Jerace, da Franceschi a Dalbono, da Migliaro a Scoppetta. La vicinanza al mondo artistico partenopeo, attestata da numerose lettere inedite o poco note, fu rinsaldata dall’intensa attività di recensore, in particolare delle mostre d’arte della Promotrice che si tennero a Napoli sul finire dell’Ottocento. Un’attività, quest’ultima, fin qui quasi del tutto trascurata, e che viene in questo libro per la prima volta riscoperta e valorizzata, anche perché si è rivelata molto importante per la comprensione di alcuni aspetti del collezionismo di Pagliara. L’intensa passione per le arti decorative, la capacità di apprezzare tra i primi a Napoli la pittura del Seicento e del Settecento e la bibliofilia fanno di Pagliara uno dei collezionisti di maggiore interesse nei suoi anni nel contesto meridionale. Il patrimonio materiale da lui raccolto risulta diviso tra due autorevoli sedi, l’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte in Palazzo Venezia a Roma, dove nel 1922 confluì la sua ricchissima biblioteca personale – una vicenda per la prima volta in questa sede ripercorsa e ricostruita grazie allo studio di numerosi documenti inediti –, e l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, che conserva una parte consistente delle sue collezioni d’arte, dipinti, sculture, tessuti e molti altri esempi di arti decorative, disegni e, soprattutto, la straordinaria collezione di stampe. Tale raccolta, in gran parte dispersa in seguito alle vendite che seguirono la morte del collezionista (1914), nel 1947 venne legata dalla sorella di Rocco, Maria Antonietta, prima rettrice del Magistero, alla Fondazione Pagliara, una delle articolazioni istituzionali del Suor Orsola Benincasa. La parte migliore della raccolta venne fatta confluire nel Museo Pagliara, ideato da Sergio Ortolani. Il grande storico dell’arte, scomparso prematuramente nel 1949, non fece in tempo a completare il Museo, compiuto da Valerio Mariani e inaugurato nel 1952. Di questa rilevante esperienza, che ne fa uno dei primi, se non il primo museo storico-artistico italiano di ambito universitario, vengono esaminate le peculiarità, strettamente connesse all’attività didattica. Il volume, inoltre, esamina il processo di valorizzazione del patrimonio artistico di proprietà della Fondazione Pagliara, specialmente attraverso le mostre, che dal 1977 a oggi hanno fatto conoscere una parte consistente del suo cospicuo patrimonio grafico. L’ultima parte del testo è incentrata sull’analisi del Museo Pagliara riaperto nel 2017, con caratteristiche molto diverse rispetto a quello originario, e più strettamente connesse alla illustrazione di alcune caratteristiche del collezionismo di Rocco Pagliara, che oggi possiamo valutare anche grazie alla pubblicazione di numerosi documenti e inventari fin qui rimasti in gran parte sconosciuti. Si esaminano infine le diverse attività che negli ultimi anni hanno reso il Museo e il gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Fondazione nuovamente contesti altamente rilevanti per la didattica universitaria del Suor Orsola, anche in relazione all’introduzione di alcune sperimentazioni nel campo della fruizione del patrimonio attraverso le tecnologie digitali, quali ad esempio le mostre virtuali o l’app ‘Museo Pagliara’.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.