The Circle e The Every – i due romanzi pubblicati da Dave Eggers a distanza di otto anni (il primo nel 2013, il secondo nel 2021) – costituiscono due momenti di un unico grande racconto distopico, straordinariamente ricco di figure, scenari, dispositivi, temi, spunti di riflessione, nonché di ironia e tragici paradossi. Dopo una ricostruzione a grandissime linee della trama, la relazione di concentra sull’angolo visuale prescelto per l’analisi: la saldatura tra qualcosa di ben noto, che risale alle origini della modernità, e qualcosa di nuovo nel senso più forte della parola, senza precedenti. L’elemento noto è la caratteristica strutturale di qualsiasi utopia ‘progressiva’: le buone intenzioni, la volontà di cambiare in meglio il mondo, di eliminare i mali che da sempre affliggono la condizione e la convivenza umana. L’elemento nuovo è la stupefacente potenza del Digitale, una potenza detenuta in larga parte da attori privati, da aziende che in virtù delle loro dimensioni chiamiamo Tech Giant o Big Tech. La saldatura tra vecchio e nuovo – tra le buone intenzioni e la Big Tech protagonista di entrambi i racconti – è anzitutto nella pretesa della seconda di definirsi attraverso le prime: in altre parole, di non presentarsi semplicemente come un’azienda, il cui scopo principale è fare profitto, ma di ritenenersi/narrarsi come la portatrice di una nuova utopia, comunitaria, partecipativa, inclusiva, ecologica, ispirata alla trasparenza, orientata al bene della specie e del pianeta. In secondo luogo, la saldatura è nella capacità realizzativa senza precedenti con cui l’azienda, grazie alle tecnologie digitali, può realizzare le ‘buone intenzioni’ o i ‘sogni’, trasformando l’utopia in realtà (e ricevendone in cambio un potere smisurato). Ma gli effetti di questa saldatura sono terribili e i due romanzi ne offrono una fenomenologia ricchissima, di cui si offrirà, in questa sede, soltantoalcuni assaggi. Anzitutto, verrà messo a fuoco il tema delle buone intenzioni, ossia i luoghi in cui i vari protagonisti (ma soprattutto l’evangelista/ideologo dell’azienda, Eamon Bailey) definiscono la Weltanschauung dell’azienda: concezione dell’uomo come essere perfettibile, centralità della trasparenza assoluta ai fini del miglioramento etico, del perseguito del bene della specie e del pianeta. In secondo luogo, l’uso politico della trasparenza, sia nel fenomeno delle ‘chiarificazioni’ (i politici indossano un dispositivo che rende il suo operato sempre visibile, sempre on line), sia nel perfezionamento della democrazia attraverso due step: dapprima favorire la partecipazione (attraverso la coincidenza tra account e registrazione elettorale) e poi portarla al 100% attraverso l’obbligatorietà del voto: tutto questo attraverso le risorse tecnologiche dell’azienda, la sua efficienza e la sua capacità di suscitare engagement, sino alla prospettiva di rendere obsoleta la mediazione poltiico-istituzionale. Nella conclusione, si mostra come Eggers non abbia avuto bisogno di immaginare eventi apocalittici o futuri molto lontani nel tempo per delineare il suo racconto distopico: gli è stato sufficiente immaginare alcuni sviluppi possibili (e largamente probabili, verosimili) del nostro presente. Un presente sempre più dominato dal Digitale, assurto non solo a infrastruttura di qualsiasi servizio, ma a potenza aletheica, in grado di indicarci le soluzioni per i più svariati tipi di problemi. In entrambi i romanzi il Gigante delle tecnologie digitali tende inesorabilmente ad assorbire tutto, a fagocitare ogni concorrente economico, a sostituirsi alla politica, a regolare tutti gli aspetti della vita umana e a regolare gli stessi meccanismi di produzione e distribuzione dei beni, sino a diventare l’unico ‘decisore di ultima istanza’. Non a caso, l’idea finale (una sorta di soluzione finale) è SumNum, il numero che riassume tutti gli infiniti indici che quantificano/predicono/prescrivono l’agire umano sotto ogni profilo: è il numero che pronuncia il verdetto infallibile sulla ‘bontà’ di una persona. L’ultimo dispositivo per far sì che finalmente, dove prima c’era chiasso e disordine, ora regni il calmo ronzio di una macchina che sa tutto e capisce tutto, dedicata al perfezionamento della specie e alla salvezza del pianeta.

La terribile saldatura. Buone intenzioni e Big Tech nei romanzi distopici di Dave Eggers

DE LUCA STEFANO
In corso di stampa

Abstract

The Circle e The Every – i due romanzi pubblicati da Dave Eggers a distanza di otto anni (il primo nel 2013, il secondo nel 2021) – costituiscono due momenti di un unico grande racconto distopico, straordinariamente ricco di figure, scenari, dispositivi, temi, spunti di riflessione, nonché di ironia e tragici paradossi. Dopo una ricostruzione a grandissime linee della trama, la relazione di concentra sull’angolo visuale prescelto per l’analisi: la saldatura tra qualcosa di ben noto, che risale alle origini della modernità, e qualcosa di nuovo nel senso più forte della parola, senza precedenti. L’elemento noto è la caratteristica strutturale di qualsiasi utopia ‘progressiva’: le buone intenzioni, la volontà di cambiare in meglio il mondo, di eliminare i mali che da sempre affliggono la condizione e la convivenza umana. L’elemento nuovo è la stupefacente potenza del Digitale, una potenza detenuta in larga parte da attori privati, da aziende che in virtù delle loro dimensioni chiamiamo Tech Giant o Big Tech. La saldatura tra vecchio e nuovo – tra le buone intenzioni e la Big Tech protagonista di entrambi i racconti – è anzitutto nella pretesa della seconda di definirsi attraverso le prime: in altre parole, di non presentarsi semplicemente come un’azienda, il cui scopo principale è fare profitto, ma di ritenenersi/narrarsi come la portatrice di una nuova utopia, comunitaria, partecipativa, inclusiva, ecologica, ispirata alla trasparenza, orientata al bene della specie e del pianeta. In secondo luogo, la saldatura è nella capacità realizzativa senza precedenti con cui l’azienda, grazie alle tecnologie digitali, può realizzare le ‘buone intenzioni’ o i ‘sogni’, trasformando l’utopia in realtà (e ricevendone in cambio un potere smisurato). Ma gli effetti di questa saldatura sono terribili e i due romanzi ne offrono una fenomenologia ricchissima, di cui si offrirà, in questa sede, soltantoalcuni assaggi. Anzitutto, verrà messo a fuoco il tema delle buone intenzioni, ossia i luoghi in cui i vari protagonisti (ma soprattutto l’evangelista/ideologo dell’azienda, Eamon Bailey) definiscono la Weltanschauung dell’azienda: concezione dell’uomo come essere perfettibile, centralità della trasparenza assoluta ai fini del miglioramento etico, del perseguito del bene della specie e del pianeta. In secondo luogo, l’uso politico della trasparenza, sia nel fenomeno delle ‘chiarificazioni’ (i politici indossano un dispositivo che rende il suo operato sempre visibile, sempre on line), sia nel perfezionamento della democrazia attraverso due step: dapprima favorire la partecipazione (attraverso la coincidenza tra account e registrazione elettorale) e poi portarla al 100% attraverso l’obbligatorietà del voto: tutto questo attraverso le risorse tecnologiche dell’azienda, la sua efficienza e la sua capacità di suscitare engagement, sino alla prospettiva di rendere obsoleta la mediazione poltiico-istituzionale. Nella conclusione, si mostra come Eggers non abbia avuto bisogno di immaginare eventi apocalittici o futuri molto lontani nel tempo per delineare il suo racconto distopico: gli è stato sufficiente immaginare alcuni sviluppi possibili (e largamente probabili, verosimili) del nostro presente. Un presente sempre più dominato dal Digitale, assurto non solo a infrastruttura di qualsiasi servizio, ma a potenza aletheica, in grado di indicarci le soluzioni per i più svariati tipi di problemi. In entrambi i romanzi il Gigante delle tecnologie digitali tende inesorabilmente ad assorbire tutto, a fagocitare ogni concorrente economico, a sostituirsi alla politica, a regolare tutti gli aspetti della vita umana e a regolare gli stessi meccanismi di produzione e distribuzione dei beni, sino a diventare l’unico ‘decisore di ultima istanza’. Non a caso, l’idea finale (una sorta di soluzione finale) è SumNum, il numero che riassume tutti gli infiniti indici che quantificano/predicono/prescrivono l’agire umano sotto ogni profilo: è il numero che pronuncia il verdetto infallibile sulla ‘bontà’ di una persona. L’ultimo dispositivo per far sì che finalmente, dove prima c’era chiasso e disordine, ora regni il calmo ronzio di una macchina che sa tutto e capisce tutto, dedicata al perfezionamento della specie e alla salvezza del pianeta.
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utopia, distopia, tecno-utopia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/44456
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