Lo sviluppo urbanistico di Pompei è un argomento sul quale, nonostante se ne discuta da lungo tempo, ancora oggi non v’è concordia tra chi ritiene che la città abbia avuto uno sviluppo graduale, prima di inglobare con la sua cinta muraria l’intero altopiano su cui sorge, e chi invece ritiene che essa abbia abbracciato fin dalle origini un’area di circa 66 ettari. Ciò dipende in gran parte dal fatto che le fasi precedenti l’epoca romana sono quasi del tutto sconosciute, dal momento che Pompei è un sito scavato in estensione limitatamente alla sua fase romana, mentre è solo da poco che vengono condotti scavi stratigrafici, purtroppo di estensione limitata, volti ad indagare le fasi precedenti. Attraverso un’attenta analisi della storiografia relativa al problema, nonché grazie alla diretta osservazione dei luoghi e all’interpretazione dei più recenti dati di scavo, l’autore ripropone su basi nuove la tesi già formulata nel secolo scorso da Francis Haverfield, da Armin von Gerkan e da Hans Eschebach, che propende per uno sviluppo graduale della città a partire da un nucleo originario (Altstadt) esteso poco più di 9 ettari.
Pompei e il suo sviluppo urbanistico
FRANCIOSI, Vincenzo
2006-01-01
Abstract
Lo sviluppo urbanistico di Pompei è un argomento sul quale, nonostante se ne discuta da lungo tempo, ancora oggi non v’è concordia tra chi ritiene che la città abbia avuto uno sviluppo graduale, prima di inglobare con la sua cinta muraria l’intero altopiano su cui sorge, e chi invece ritiene che essa abbia abbracciato fin dalle origini un’area di circa 66 ettari. Ciò dipende in gran parte dal fatto che le fasi precedenti l’epoca romana sono quasi del tutto sconosciute, dal momento che Pompei è un sito scavato in estensione limitatamente alla sua fase romana, mentre è solo da poco che vengono condotti scavi stratigrafici, purtroppo di estensione limitata, volti ad indagare le fasi precedenti. Attraverso un’attenta analisi della storiografia relativa al problema, nonché grazie alla diretta osservazione dei luoghi e all’interpretazione dei più recenti dati di scavo, l’autore ripropone su basi nuove la tesi già formulata nel secolo scorso da Francis Haverfield, da Armin von Gerkan e da Hans Eschebach, che propende per uno sviluppo graduale della città a partire da un nucleo originario (Altstadt) esteso poco più di 9 ettari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.