Si analizza il contesto di produzione e il contenuto de "L’eclissi dello Stato", una riflessione di Santi Romano sull'ordinamento giuridico, pubblicata nel 1918, che segna una critica alla concezione tradizionale dello Stato moderno e del diritto. Romano sostiene che lo Stato, nato dalla Rivoluzione francese e dal pensiero illuminista, ha ignorato o sottovalutato la proliferazione di formazioni sociali intermedie, come sindacati e corporazioni, che non sono state adeguatamente integrate nell’ordinamento giuridico statale. Queste realtà sociali, per Romano, rappresentano una “eclissi” dello Stato, poiché il diritto statuale non riesce a tenere conto delle forze sociali che emergono autonomamente. Egli propone che il diritto non si identifichi solo con le leggi scritte, ma con una realtà sociale più ampia, che si sviluppa al di fuori delle forme giuridiche formali. Le forze sociali, come la consuetudine e la necessità, sono essenziali nella creazione e modificazione del diritto, anticipando la formazione di istituti giuridici e superando le limitazioni del diritto regolato dalle leggi. Viene evidenziato il valore e la modernità di queste considerazioni per la capacità che hanno avuto di promuovere fin dall’inizio del Novecento un'analisi più complessa e sociologica del diritto, capace di riconoscerne la radice sociale e le molteplici manifestazioni, a prescindere dalla rigidità formale e dallo statalismo tradizionale.
Diritto e necessità sociale in Santi Romano
lucio d'alessandro
2020-01-01
Abstract
Si analizza il contesto di produzione e il contenuto de "L’eclissi dello Stato", una riflessione di Santi Romano sull'ordinamento giuridico, pubblicata nel 1918, che segna una critica alla concezione tradizionale dello Stato moderno e del diritto. Romano sostiene che lo Stato, nato dalla Rivoluzione francese e dal pensiero illuminista, ha ignorato o sottovalutato la proliferazione di formazioni sociali intermedie, come sindacati e corporazioni, che non sono state adeguatamente integrate nell’ordinamento giuridico statale. Queste realtà sociali, per Romano, rappresentano una “eclissi” dello Stato, poiché il diritto statuale non riesce a tenere conto delle forze sociali che emergono autonomamente. Egli propone che il diritto non si identifichi solo con le leggi scritte, ma con una realtà sociale più ampia, che si sviluppa al di fuori delle forme giuridiche formali. Le forze sociali, come la consuetudine e la necessità, sono essenziali nella creazione e modificazione del diritto, anticipando la formazione di istituti giuridici e superando le limitazioni del diritto regolato dalle leggi. Viene evidenziato il valore e la modernità di queste considerazioni per la capacità che hanno avuto di promuovere fin dall’inizio del Novecento un'analisi più complessa e sociologica del diritto, capace di riconoscerne la radice sociale e le molteplici manifestazioni, a prescindere dalla rigidità formale e dallo statalismo tradizionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.