Se un piatto tipico passa in altre cucine (nazionali e/o regionali) diventando spesso perfettamente acclimatato e, talvolta, subendo modificazioni nella procedura di preparazione – o nella selezione degli ingredienti – a ciò corrisponde, sul piano semio-linguistico, che i nomi di pietanze, ingredienti, procedure restino spesso invariati, continuando così a evocare nel parlante, abbia questi il ruolo di ‘preparatore’ (spesso con l’ausilio di una ricetta) o di ‘consumatore’ del cibo tratti della cultura e/o del loro luogo d’origine.a research question dalla quale siamo partiti è dunque: il lessico legato al cibo (e, più in generale, il discorso del/sul cibo) può essere considerato espressione di valori culturali identitari ‘esotici’, sia pur deboli, in un periodo storico post- globalizzato nel quale trionfano processi di contaminazione e omologazione?
Titolo: | Il lessico del cibo come sintomo di alterità culturale |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2018 |
Handle: | http://hdl.handle.net/20.500.12570/4529 |
ISBN: | 9788897981107 |
Appare nelle tipologie: | 4.1 Contributo in Atti di convegno |