In questo contributo viene per la prima volta presentato l'inedito dipinto di Andrea Mantegna rintracciato presso il palazzo della Prelatura di Pompei nel 2020. Il dipinto coincide con la Deposizione riferita a Mantegna da Pietro Summonte nel 1524, esposta nella chiesa napoletana di San Domenico Maggiore. Nello scritto si discute in breve delle copie antiche identificate già da Ferdinando Bologna, della possibile collocazione antica, della committenza, senz'altro aragonese, e degli aspetti stilistici, che rinviano agli ultimi anni di attività del grande maestro padovano.

Il ‘Seppellimento di Cristo’ di «mano del Mantegna» già in San Domenico Maggiore. Prime riflessioni sulla «cona» ritrovata

Stefano De Mieri
2025-01-01

Abstract

In questo contributo viene per la prima volta presentato l'inedito dipinto di Andrea Mantegna rintracciato presso il palazzo della Prelatura di Pompei nel 2020. Il dipinto coincide con la Deposizione riferita a Mantegna da Pietro Summonte nel 1524, esposta nella chiesa napoletana di San Domenico Maggiore. Nello scritto si discute in breve delle copie antiche identificate già da Ferdinando Bologna, della possibile collocazione antica, della committenza, senz'altro aragonese, e degli aspetti stilistici, che rinviano agli ultimi anni di attività del grande maestro padovano.
2025
978-88-8271-527-4
Mantegna, committenza aragonese, cona, Pietro Summonte, San Domenico Maggiore
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/47379
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