In un Paese come l’Italia – che è stato a lungo nazione culturale, prima di diventare nazione politica – è impossibile affrontare la storia del pensiero politico senza passare per autori che sono stati grandi letterati, da Dante a Machiavelli, da Parini ad Alfieri, da Foscolo a Manzoni. In questo ambito Alfieri ha occupato un posto di straordinario rilievo, che oggi è pressoché dimenticato. In realtà nessun altro letterato, ad eccezione di Machiavelli, è entrato con pari forza pari nella political culture italiana otto-novecentesca. Dal Triennio giacobino alla fondazione della Repubblica non c’è cultura politica italiana (ad eccezione di quella marxista) che non si sia riconosciuta in lui e che non abbia subito il fascino della sua scrittura performativa. Alfieri è stato una sorta di specchio nel quale le culture politiche italiane si sono ripetutamente guardate. E se è vero, come diceva Goethe, che ognuno vede ciò che porta nel proprio cuore, il modo in cui queste culture hanno letto Alfieri ci dice qualcosa su quelle stesse culture. In questa monografia la storia di questi rispecchiamenti viene ricostruita per la prima volta nella sua interezza, dall’ultimo decennio del Settecento sino alla fine del Novecento. E in essa si ritrova, riflessa nelle varie immagini di Alfieri (il rivoluzionario-repubblicano, il Nation-builder, il monarchico-costituzionale, l’anarchico, il liberal-rivoluzionario, il reazionario), l’evolversi della political culture italiana, con lo strutturarsi delle varie famiglie politiche e lo scindersi di queste in rami diversi.

Alfieri politico. Le culture politiche italiane allo specchio tra Otto e Novecento

DE LUCA, Stefano
2017-01-01

Abstract

In un Paese come l’Italia – che è stato a lungo nazione culturale, prima di diventare nazione politica – è impossibile affrontare la storia del pensiero politico senza passare per autori che sono stati grandi letterati, da Dante a Machiavelli, da Parini ad Alfieri, da Foscolo a Manzoni. In questo ambito Alfieri ha occupato un posto di straordinario rilievo, che oggi è pressoché dimenticato. In realtà nessun altro letterato, ad eccezione di Machiavelli, è entrato con pari forza pari nella political culture italiana otto-novecentesca. Dal Triennio giacobino alla fondazione della Repubblica non c’è cultura politica italiana (ad eccezione di quella marxista) che non si sia riconosciuta in lui e che non abbia subito il fascino della sua scrittura performativa. Alfieri è stato una sorta di specchio nel quale le culture politiche italiane si sono ripetutamente guardate. E se è vero, come diceva Goethe, che ognuno vede ciò che porta nel proprio cuore, il modo in cui queste culture hanno letto Alfieri ci dice qualcosa su quelle stesse culture. In questa monografia la storia di questi rispecchiamenti viene ricostruita per la prima volta nella sua interezza, dall’ultimo decennio del Settecento sino alla fine del Novecento. E in essa si ritrova, riflessa nelle varie immagini di Alfieri (il rivoluzionario-repubblicano, il Nation-builder, il monarchico-costituzionale, l’anarchico, il liberal-rivoluzionario, il reazionario), l’evolversi della political culture italiana, con lo strutturarsi delle varie famiglie politiche e lo scindersi di queste in rami diversi.
2017
978-88-498-5220-2
Alfieri, giacobinismo, romanticismo, De Sanctis, liberalismo, Bertana, Croce, Gobetti, Gentile, Calosso, Sapegno, Debenedetti, Passerin d'Entreves, Bollati
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/5161
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