Il maestro normanno Rodolfo di Caen (1080ca – post 1136), che vive buona parte della sua vita (a partire dal 1108) in Terrasanta, è autore di un’opera storica dedicata al condottiero crociato Tancredi Marchisio, nipote di Roberto il Guiscardo e cugino del più celebre Boemondo d’Antiochia, intitolata Tancredus (ma nota finora come Gesta Tancredi). Prendendo l’avvio dalla partenza del contingente italonormanno per la I Crociata (1096), Rodolfo racconta tutti gli eventi della spedizione con un occhio particolare al cavaliere italonormanno, arrivando fino agli anni della reggenza del principato d’Antiochia (1106). Ma forse (il testo sembra mutilo) giungeva fino alla morte di Tancredi (1112). L’opera ha avuto una vicenda particolarmente sfortunata, sia sotto il profilo della tradizione, che sotto quello della considerazione quale fonte storica. L’unico manoscritto (Bruxelles, KBR, 5373, saec. XII), forse almeno parzialmente autografo, è rimasto sconosciuto per tutto il Medioevo, riemergendo e salvandosi dall’incendio che bruciò l’abbazia di Gembleux nel sec. XVIII. Trattato maldestramente con reagenti chimici, è arrivato fino a noi in uno stato assai scadente. Il fatto che il testo racconti gli eventi dal 1096 al 1106, anni in cui l’autore non era in Terrasanta, lo ha fatto considerare come un esercizio di mera encomiastica (a causa anche della patina retorico-stilistica altissima che lo caratterizza). Una cronaca sulla I Crociata pertanto “inutile”, a fronte di testimonianze dirette come i famosi Gesta Francorum. In realtà né la pregiudiziale stilistica né quella encomiastica hanno senso: Rodolfo vive molti anni a strettissimo contatto con Boemondo prima e con Tancredi poi: dunque le sue informazioni sono tutt’altro che di seconda mano. Inoltre, non si tratta di un testo sulla Crociata: è una biografia principesca nella scia della tradizione letteraria normanna, scritto non prima del 1113, e la cui ottica ideologico-politica è quindi tutta rivolta al “nuovo” problema della vita degli Stati latini di Terrasanta, piuttosto che a quello vecchio della conquista. La nuova edizione critica, e la corposa Introduzione, restituiscono un’opera sostanzialmente nuova, in cui l' "inutile" testimone de relatu della Crociata si scopre essere un "politicizzatissimo" testimone diretto della nascita e dell'evoluzione militare, politica e culturale del principato d’Antiochia, lo Stato normanno di Terrasanta, nella prima metà del sec. XII.

Radulphus Cadomensis

D'ANGELO, Edoardo
2011-01-01

Abstract

Il maestro normanno Rodolfo di Caen (1080ca – post 1136), che vive buona parte della sua vita (a partire dal 1108) in Terrasanta, è autore di un’opera storica dedicata al condottiero crociato Tancredi Marchisio, nipote di Roberto il Guiscardo e cugino del più celebre Boemondo d’Antiochia, intitolata Tancredus (ma nota finora come Gesta Tancredi). Prendendo l’avvio dalla partenza del contingente italonormanno per la I Crociata (1096), Rodolfo racconta tutti gli eventi della spedizione con un occhio particolare al cavaliere italonormanno, arrivando fino agli anni della reggenza del principato d’Antiochia (1106). Ma forse (il testo sembra mutilo) giungeva fino alla morte di Tancredi (1112). L’opera ha avuto una vicenda particolarmente sfortunata, sia sotto il profilo della tradizione, che sotto quello della considerazione quale fonte storica. L’unico manoscritto (Bruxelles, KBR, 5373, saec. XII), forse almeno parzialmente autografo, è rimasto sconosciuto per tutto il Medioevo, riemergendo e salvandosi dall’incendio che bruciò l’abbazia di Gembleux nel sec. XVIII. Trattato maldestramente con reagenti chimici, è arrivato fino a noi in uno stato assai scadente. Il fatto che il testo racconti gli eventi dal 1096 al 1106, anni in cui l’autore non era in Terrasanta, lo ha fatto considerare come un esercizio di mera encomiastica (a causa anche della patina retorico-stilistica altissima che lo caratterizza). Una cronaca sulla I Crociata pertanto “inutile”, a fronte di testimonianze dirette come i famosi Gesta Francorum. In realtà né la pregiudiziale stilistica né quella encomiastica hanno senso: Rodolfo vive molti anni a strettissimo contatto con Boemondo prima e con Tancredi poi: dunque le sue informazioni sono tutt’altro che di seconda mano. Inoltre, non si tratta di un testo sulla Crociata: è una biografia principesca nella scia della tradizione letteraria normanna, scritto non prima del 1113, e la cui ottica ideologico-politica è quindi tutta rivolta al “nuovo” problema della vita degli Stati latini di Terrasanta, piuttosto che a quello vecchio della conquista. La nuova edizione critica, e la corposa Introduzione, restituiscono un’opera sostanzialmente nuova, in cui l' "inutile" testimone de relatu della Crociata si scopre essere un "politicizzatissimo" testimone diretto della nascita e dell'evoluzione militare, politica e culturale del principato d’Antiochia, lo Stato normanno di Terrasanta, nella prima metà del sec. XII.
2011
978-2-503-52829-8
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/5213
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