Questo libro rappresenta una tappa ulteriore di una ricerca sulla critica della democrazia antica e, più in generale, sul lessico politico classico. In Atteone o della democrazia, il tema centrale è la crisi dell’unità politica, la cronicizzazione della stasis, della discordia civile, evidenziata in particolare dal realismo sofistico, di cui l’espressione più compiuta è costituita dall’Athenaion Politeia dello Pseudo-Senofonte. Il libello pseudosenofonteo è assunto come “fonte” per il Platone della Repubblica (segnatamente per i primi cinque libri peri dikaiosynes). Si evidenzia, inoltre, il riuso dell’Aristofane dei Cavalieri e dell’Euripide delle Baccanti da parte di Platone (con particolare riferimento a Repubblica, libri VIII e IX). Il tema mitico di Atteone, con particolare riferimento ai motivi topici dell’allevamento improvvido e della metamorfosi animale, diventa così la chiave per una lettura ‘sacrificale’ della democrazia, con il demo che si consegna docilmente nelle mani di un tutore che si rivelerà tiranno, volgendo la libertà democratica nel suo opposto speculare. Ripercorrendo due campi metaforici, quello della ferinità e quello della patologia politica (il tiranno come eschaton poleos nosema, «malattia terminale della polis»), questo libro si propone anche come riflessione ‘implicita’ sul problema delle fonti del pensiero politico, sulla necessità del loro ampliamento al di là dell’ambito strettamente ‘dottrinario’ e nella direzione di una iconologia politica che comprenda non solo le immagini mentali (metafore, campi semantici) ma anche quelle fisiche.
Atteone o della democrazia
CARILLO, Gennaro
2007-01-01
Abstract
Questo libro rappresenta una tappa ulteriore di una ricerca sulla critica della democrazia antica e, più in generale, sul lessico politico classico. In Atteone o della democrazia, il tema centrale è la crisi dell’unità politica, la cronicizzazione della stasis, della discordia civile, evidenziata in particolare dal realismo sofistico, di cui l’espressione più compiuta è costituita dall’Athenaion Politeia dello Pseudo-Senofonte. Il libello pseudosenofonteo è assunto come “fonte” per il Platone della Repubblica (segnatamente per i primi cinque libri peri dikaiosynes). Si evidenzia, inoltre, il riuso dell’Aristofane dei Cavalieri e dell’Euripide delle Baccanti da parte di Platone (con particolare riferimento a Repubblica, libri VIII e IX). Il tema mitico di Atteone, con particolare riferimento ai motivi topici dell’allevamento improvvido e della metamorfosi animale, diventa così la chiave per una lettura ‘sacrificale’ della democrazia, con il demo che si consegna docilmente nelle mani di un tutore che si rivelerà tiranno, volgendo la libertà democratica nel suo opposto speculare. Ripercorrendo due campi metaforici, quello della ferinità e quello della patologia politica (il tiranno come eschaton poleos nosema, «malattia terminale della polis»), questo libro si propone anche come riflessione ‘implicita’ sul problema delle fonti del pensiero politico, sulla necessità del loro ampliamento al di là dell’ambito strettamente ‘dottrinario’ e nella direzione di una iconologia politica che comprenda non solo le immagini mentali (metafore, campi semantici) ma anche quelle fisiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.