Questo saggio è apparso in un volume collettaneo, ospite della sezione intitolata a “Diritto, legge e giustizia”. Riprendendo la lettura proposta da Giovanni Tarello del fenomeno della codificazione (tema al quale è stato dedicato un breve saggio, La codificazione nell’interpretazione di Giovanni Tarello. Riflessioni a margine, in Materiali per una storia della cultura giuridica, 1/2005, pp. 107-128), si è inteso sviluppare le riflessioni proposte in merito alla riduzione del dualismo diritto naturale-diritto positivo in un monismo tipicamente giuspositivistico. Isolando il contributo di Raymond T. Troplong, uno dei maggiori teorici della Scuola dell’esegesi (non per caso definito “philosophe” da Bonnecase), abbiamo osservato come la ricostruzione del diritto di proprietà avanzata da Troplong –e per lui dalla Scuola tutta- registri una complessità notevole, rispetto al linguaggio giusnaturalistico. Muovendo dal tradizionale discorso sul fondamento (con assonanze anche testuali con John Locke), Troplong vira decisamente verso la disciplina del Code Civil (artt.344-345, in particolare). Nella sua riflessione, il diritto positivo di proprietà non può che essere connesso alla libertà e, soprattutto, all’uguaglianza. Non intesi come mere petizioni di principio, questi cardini sono evocati da Troplong con un riferimento assai esplicito alla materia delle successioni. E’ questa la disciplina che ha cambiato il volto della Francia, compiendo definitivamente l’ambizione rivoluzionaria di modificare strutturalmente i rapporti fra le classi, con l’abolizione del maggiorascato. Nella sua riflessione, uno dei cardini del discorso giuridico, quale la proprietà è senz’altro, riceve la propria fisionomia non (solo) da remote ascendenze giusntauralistiche, ma dalla positiva disciplina del codice: è quello, ormai, l’oggetto dello studio del giurista.
Verso la tecnicizzazione dell’operato del giurista. Codificazione e Scuola dell’Esegesi
LABRIOLA, Giulia Maria
2005-01-01
Abstract
Questo saggio è apparso in un volume collettaneo, ospite della sezione intitolata a “Diritto, legge e giustizia”. Riprendendo la lettura proposta da Giovanni Tarello del fenomeno della codificazione (tema al quale è stato dedicato un breve saggio, La codificazione nell’interpretazione di Giovanni Tarello. Riflessioni a margine, in Materiali per una storia della cultura giuridica, 1/2005, pp. 107-128), si è inteso sviluppare le riflessioni proposte in merito alla riduzione del dualismo diritto naturale-diritto positivo in un monismo tipicamente giuspositivistico. Isolando il contributo di Raymond T. Troplong, uno dei maggiori teorici della Scuola dell’esegesi (non per caso definito “philosophe” da Bonnecase), abbiamo osservato come la ricostruzione del diritto di proprietà avanzata da Troplong –e per lui dalla Scuola tutta- registri una complessità notevole, rispetto al linguaggio giusnaturalistico. Muovendo dal tradizionale discorso sul fondamento (con assonanze anche testuali con John Locke), Troplong vira decisamente verso la disciplina del Code Civil (artt.344-345, in particolare). Nella sua riflessione, il diritto positivo di proprietà non può che essere connesso alla libertà e, soprattutto, all’uguaglianza. Non intesi come mere petizioni di principio, questi cardini sono evocati da Troplong con un riferimento assai esplicito alla materia delle successioni. E’ questa la disciplina che ha cambiato il volto della Francia, compiendo definitivamente l’ambizione rivoluzionaria di modificare strutturalmente i rapporti fra le classi, con l’abolizione del maggiorascato. Nella sua riflessione, uno dei cardini del discorso giuridico, quale la proprietà è senz’altro, riceve la propria fisionomia non (solo) da remote ascendenze giusntauralistiche, ma dalla positiva disciplina del codice: è quello, ormai, l’oggetto dello studio del giurista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.