L’epistolario testimonia il legame tra Giuseppe Ungaretti e Leone Piccioni durato quasi un quarto di secolo e chiuso solo dalla morte del poeta, avvenuta a Milano nel 1970. Nelle lettere Ungaretti rivendica le competenze per l’insegnamento alla cattedra di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Roma da cui viene sospeso, condivide strategie per la candidatura al premio Nobel e per la nomina a senatore a vita. Attraverso questo carteggio si fa luce non solo su due decenni di vicende personali, di dispute e di persecuzioni accademiche e letterarie, di riflessioni sulla poesia, ma anche di storia culturale italiana; il tutto riletto attraverso gli occhi di Ungaretti, che con Piccioni spesso si sfoga, con toni a volte impetuosi e indignati ma vibranti di personale ironia
G. Ungaretti, L'allegria è il mio elemento. Trecento lettere con Leone Piccioni
Zoppi S
2013-01-01
Abstract
L’epistolario testimonia il legame tra Giuseppe Ungaretti e Leone Piccioni durato quasi un quarto di secolo e chiuso solo dalla morte del poeta, avvenuta a Milano nel 1970. Nelle lettere Ungaretti rivendica le competenze per l’insegnamento alla cattedra di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’università di Roma da cui viene sospeso, condivide strategie per la candidatura al premio Nobel e per la nomina a senatore a vita. Attraverso questo carteggio si fa luce non solo su due decenni di vicende personali, di dispute e di persecuzioni accademiche e letterarie, di riflessioni sulla poesia, ma anche di storia culturale italiana; il tutto riletto attraverso gli occhi di Ungaretti, che con Piccioni spesso si sfoga, con toni a volte impetuosi e indignati ma vibranti di personale ironiaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.