La tesi weberiana sul nesso tra una certa etica protestante e lo «spirito» del capitalismo ebbe subito una vasta eco e destò polemiche, critiche e repliche. Weber sapeva di dover integrare, correggere, approfondire. Quando nel 1909-10 progettò il contributo noto come Economia e società, vi inserì una trattazione sulle Comunità religiose, scritta nell’anteguerra e rimasta incompiuta nel suo lascito. L’intenzione di Weber era individuare, su uno sfondo storico comparativo, le peculiarità di ogni agire comunitario determinato dalla religione, per indagare il rapporto che ogni civiltà instaura con quelle che egli chiama le potenze sociali «extraquotidiane». Mettendo le basi dei complessi saggi successivi sulla sociologia della religione, questo ampio trattato fornisce il quadro dei rapporti, delle attitudini economiche e dei poteri improntati a una condotta religiosa, spaziando dal Confucianesimo all’Induismo, dall’Islam al Giudaismo, dal Buddhismo alle diverse correnti del Cristianesimo. Con la consueta maestria di movimento tra le epoche e i diversi mondi, proponendo illuminanti confronti tra le religioni più disparate, Weber ne ripercorre i concetti più importanti (dalla teodicea alle dottrine della redenzione, dal ruolo della profezia alle concezioni dell’aldilà) in rapporto ai ceti e alle classi sociali che di volta in volta se ne fanno portatori e veicoli. Intellettuali e artigiani, sacerdoti e maghi, proletari e contadini danno voce nel corso della storia a esigenze e aspettative religiose che Weber riesce a sussumere efficacemente sotto diversi tipi ideali. Dialogando con i più grandi storici e scienziati delle religioni del suo tempo, il maestro della scienza sociale tedesca fornisce chiavi di lettura originali e innovative del modo in cui le diverse religioni e culture si sono, nei millenni, rapportate al «mondo». Weber riversa tutto il suo acume in un quadro narrativo unitario, che procede per analogie e differenze. Ne emerge un affresco di sorprendente attualità: dal confronto tra diverse civiltà, religioni e atteggiamenti economici Weber muove per seguire il filo rosso di uno dei suoi temi per eccellenza, ovvero l’analisi delle ragioni per cui «solo in Occidente» si è data la peculiare costellazione di religione e capitalismo.
Comunità religiose, in Economia e società. L'economia, gli ordinamenti e i poteri sociali. Lascito, vol. 2
Palma M
2017-01-01
Abstract
La tesi weberiana sul nesso tra una certa etica protestante e lo «spirito» del capitalismo ebbe subito una vasta eco e destò polemiche, critiche e repliche. Weber sapeva di dover integrare, correggere, approfondire. Quando nel 1909-10 progettò il contributo noto come Economia e società, vi inserì una trattazione sulle Comunità religiose, scritta nell’anteguerra e rimasta incompiuta nel suo lascito. L’intenzione di Weber era individuare, su uno sfondo storico comparativo, le peculiarità di ogni agire comunitario determinato dalla religione, per indagare il rapporto che ogni civiltà instaura con quelle che egli chiama le potenze sociali «extraquotidiane». Mettendo le basi dei complessi saggi successivi sulla sociologia della religione, questo ampio trattato fornisce il quadro dei rapporti, delle attitudini economiche e dei poteri improntati a una condotta religiosa, spaziando dal Confucianesimo all’Induismo, dall’Islam al Giudaismo, dal Buddhismo alle diverse correnti del Cristianesimo. Con la consueta maestria di movimento tra le epoche e i diversi mondi, proponendo illuminanti confronti tra le religioni più disparate, Weber ne ripercorre i concetti più importanti (dalla teodicea alle dottrine della redenzione, dal ruolo della profezia alle concezioni dell’aldilà) in rapporto ai ceti e alle classi sociali che di volta in volta se ne fanno portatori e veicoli. Intellettuali e artigiani, sacerdoti e maghi, proletari e contadini danno voce nel corso della storia a esigenze e aspettative religiose che Weber riesce a sussumere efficacemente sotto diversi tipi ideali. Dialogando con i più grandi storici e scienziati delle religioni del suo tempo, il maestro della scienza sociale tedesca fornisce chiavi di lettura originali e innovative del modo in cui le diverse religioni e culture si sono, nei millenni, rapportate al «mondo». Weber riversa tutto il suo acume in un quadro narrativo unitario, che procede per analogie e differenze. Ne emerge un affresco di sorprendente attualità: dal confronto tra diverse civiltà, religioni e atteggiamenti economici Weber muove per seguire il filo rosso di uno dei suoi temi per eccellenza, ovvero l’analisi delle ragioni per cui «solo in Occidente» si è data la peculiare costellazione di religione e capitalismo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.