Walter Benjamin, "Senza scopo finale. Scritti politici 1919-1940"

Nei primi anni Venti Benjamin annunciò più volte che stava redigendo una ‘Politica’. Di quel lavoro promesso e in parte perduto restano tracce in saggi come Per la critica della violenza e Destino e carattere e in frammenti fulminanti come Il diritto all’uso della violenza, Frammento teologico-politico e Capitalismo come religione, dove all’analisi della Gewalt si affianca un’indagine del rapporto tra ‘diritto’, ‘giustizia’ e ‘vita’, che non smette di suscitare fascino e inquietudine. Ma il pensiero politico di Benjamin è andato molto oltre quegli inizi, sedimentandosi nella sua attività di critico e filosofo a valle della svolta marxista del 1924, dai saggi – Il surrealismo, Karl Kraus, Bachofen –, agli scritti brevi – Il carattere distruttivo, Esperienza e povertà – alle micidiali recensioni destinate all’intellighenzia di Weimar (Teorie del fascismo tedesco, Malinconia di sinistra, L’errore dell’attivismo), fino alle tesi Sul concetto di storia. Questa raccolta di scritti restituisce il profilo di un pensiero politico originale, radicale e non neutralizzabile.