To read a work such as the Age of Innocence written by Edith Wharton in 1920 and set in the New York of 1870, means exactly entering the minefield of the American Society of the end of the century, where conventional symbols governed each behaviour and each form of passion. Each ‘form’ is attributable to a sign value so that images, atmospheres, architectures in contrast between interiors and exteriors are just a sign of this period whose cinematographic reproductions directed by Martin Scorsese (1993), become painting. A succession of signs that could be read as an iconographic representation of a life, or rather of a lifestyle.

ambientata nella New York del 1870, significa esattamente entrare nel terreno minato della società americana di fine secolo dove i simboli convenzionali governavano ogni comportamento e ogni forma di passione. Ad ogni ‘forma’ è attribuibile un valore segnico, cosicché immagini, atmosfere, architetture in contrapposizione tra interni ed esterni sono un unico quadro segnico di quest’epoca, le cui riproduzioni cinematografiche e le cui inquadrature nella regia di Martin Scorsese (1993) diventano pittura. Una sequela di segni che possono essere letti come rappresentazione iconografica di una vita, o meglio di uno stile di vita.

“RITRATTO DI CITTÀ”: UNA TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA DELL’ETÀ VITTORIANA

CARDONE D
2019-01-01

Abstract

To read a work such as the Age of Innocence written by Edith Wharton in 1920 and set in the New York of 1870, means exactly entering the minefield of the American Society of the end of the century, where conventional symbols governed each behaviour and each form of passion. Each ‘form’ is attributable to a sign value so that images, atmospheres, architectures in contrast between interiors and exteriors are just a sign of this period whose cinematographic reproductions directed by Martin Scorsese (1993), become painting. A succession of signs that could be read as an iconographic representation of a life, or rather of a lifestyle.
2019
ambientata nella New York del 1870, significa esattamente entrare nel terreno minato della società americana di fine secolo dove i simboli convenzionali governavano ogni comportamento e ogni forma di passione. Ad ogni ‘forma’ è attribuibile un valore segnico, cosicché immagini, atmosfere, architetture in contrapposizione tra interni ed esterni sono un unico quadro segnico di quest’epoca, le cui riproduzioni cinematografiche e le cui inquadrature nella regia di Martin Scorsese (1993) diventano pittura. Una sequela di segni che possono essere letti come rappresentazione iconografica di una vita, o meglio di uno stile di vita.
Cinema; City; Architecture; Victorian Age
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/13786
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