Rocco Eduardo Pagliara’s ‘Wagnerian Sonnets’ After his well-known Canzone dei ricordi [Song of Memories], written in Naples in 1886 and set to music by Giuseppe Martucci, Rocco Pagliara wrote the words for two short, lesser known religious songs for a boys’ choir with organ accompaniment in 1889; again it was Martucci who composed the music, dedicating the work to Adelaide Pignatelli del Balzo, Princess of Strongoli. The present article, after analyzing these texts, moves on to consider some sonnets written by Pagliara in 1888, the so-called “Wagnerian Sonnets,” published only once in the Gazzetta letteraria (Turin, June 9, 1888). These striking poems bear the inflence of the Revue Wagnérienne, a Parisian periodical founded on February 9, 1885 to make known, study, and celebrate Wagner and his opus. The soul-sickness and torment expressed in Wagner’s works are rendered by Pagliara in composed, sensitive melic strophes that revive the elegiac tradition of eighteenth-century Italian poetry.

Dopo la celebre Canzone dei ricordi, scritta a Napoli nel 1886 e musicata da Giuseppe Martucci, Rocco Pagliara compone nel 1889 due brevi e poco noti canti religiosi per voci bianche con accompagnamento d’organo, è ancora Martucci a dettarne la musica dedicandoli ad Adelaide Pignatelli del Balzo principessa di Strongoli. Nell’articolo, dopo aver analizzato i due testi, si sposta l’attenzione su alcuni sonetti ideati da Pagliara tra la Canzone dei ricordi e i Due canti per voci bianche, si tratta dei cosiddetti Sonetti wagneriani pubblicati l’unica volta il 9 giugno 1888 sulla «Gazzetta letteraria» di Torino. La singolare produzione, qui riproposta, nasce sull’onda dell’influenza esercitata dalla «Revue Wagnérienne»: testata parigina sorta l’8 febbraio 1885 per diffondere, approfondire, celebrare l’artista tedesco. Lo spasimo, il dissidio tra amore dionisiaco e apollineo, i tormenti della malattia dell’anima dell’opera wagneriana si traducono nelle strofe di Pagliara in una melica misurata e sensibile capace di rinnovare la tradizione elegiaca settecentesca nazionale.

I ‘Sonetti wagneriani’ di Rocco Eduardo Pagliara

Zoppi S
2016-01-01

Abstract

Rocco Eduardo Pagliara’s ‘Wagnerian Sonnets’ After his well-known Canzone dei ricordi [Song of Memories], written in Naples in 1886 and set to music by Giuseppe Martucci, Rocco Pagliara wrote the words for two short, lesser known religious songs for a boys’ choir with organ accompaniment in 1889; again it was Martucci who composed the music, dedicating the work to Adelaide Pignatelli del Balzo, Princess of Strongoli. The present article, after analyzing these texts, moves on to consider some sonnets written by Pagliara in 1888, the so-called “Wagnerian Sonnets,” published only once in the Gazzetta letteraria (Turin, June 9, 1888). These striking poems bear the inflence of the Revue Wagnérienne, a Parisian periodical founded on February 9, 1885 to make known, study, and celebrate Wagner and his opus. The soul-sickness and torment expressed in Wagner’s works are rendered by Pagliara in composed, sensitive melic strophes that revive the elegiac tradition of eighteenth-century Italian poetry.
2016
Dopo la celebre Canzone dei ricordi, scritta a Napoli nel 1886 e musicata da Giuseppe Martucci, Rocco Pagliara compone nel 1889 due brevi e poco noti canti religiosi per voci bianche con accompagnamento d’organo, è ancora Martucci a dettarne la musica dedicandoli ad Adelaide Pignatelli del Balzo principessa di Strongoli. Nell’articolo, dopo aver analizzato i due testi, si sposta l’attenzione su alcuni sonetti ideati da Pagliara tra la Canzone dei ricordi e i Due canti per voci bianche, si tratta dei cosiddetti Sonetti wagneriani pubblicati l’unica volta il 9 giugno 1888 sulla «Gazzetta letteraria» di Torino. La singolare produzione, qui riproposta, nasce sull’onda dell’influenza esercitata dalla «Revue Wagnérienne»: testata parigina sorta l’8 febbraio 1885 per diffondere, approfondire, celebrare l’artista tedesco. Lo spasimo, il dissidio tra amore dionisiaco e apollineo, i tormenti della malattia dell’anima dell’opera wagneriana si traducono nelle strofe di Pagliara in una melica misurata e sensibile capace di rinnovare la tradizione elegiaca settecentesca nazionale.
Rocco Pagliara; sonetti wagneriani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1387
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