La Rivista giuridica dell’Università di Galatasaray, Turchia, ospita questo contributo sull’esperienza italiana in tema di giuria popolare, elaborato all’interno di una ricerca di diritto penale comparato cui partecipano professori di diverse università europee. Il lavoro ricostruisce brevemente la storia della giuria e la sua “importazione” in Europa continentale ad opera della Rivoluzione francese, seguendone l’introduzione nell’ordinamento del Regno di Sardegna, prima, e nei codici dell’Italia unita, poi. L’istituto, fortemente simbolico nel suo rappresentare istanze di libertà e di democrazia, è contestualizzato nei periodi storici di riferimento per evidenziarne le forti implicazioni ideologiche. In questa prospettiva vengono prospettate le controversie sul suo mantenimento sorte anche prima dell’avvento del fascismo, che ne segnerà la definitiva abolizione. La partecipazione popolare alla giustizia, dal 1931 ad oggi, è rappresentata dalla presenza dei giurati all’interno della Corte d’Assise, il cui assetto è ricostruito con puntualità, per evidenziare, al di là delle competenze, anche le carenze di rappresentatività nel reclutamento. La ricerca utilizza metodi di statistica qualitativa per condurre un indagine sul campo relativa alla percezione da parte sia dei giudici togati sia di quelli laici sull’apporto di questi ultimi al processo penale. I risultati vengono valutati con attenzione: l’invito è a riflettere sull’utilità di mantenere la componente laica all’interno delle Corti d’Assise destrutturandone però le stratificazioni simboliche e centrando l’attenzione sulla necessità di organizzare con efficienza il sistema giudiziario, valorizzando allo stesso tempo la ricchezza delle opportunità ancora non pienamente percepite che la partecipazione popolare, costituzionalmente prevista, può offrire all’amministrazione della giustizia.
Jury, jurés, justice
DEL TUFO, Mariavaleria
2019-01-01
Abstract
La Rivista giuridica dell’Università di Galatasaray, Turchia, ospita questo contributo sull’esperienza italiana in tema di giuria popolare, elaborato all’interno di una ricerca di diritto penale comparato cui partecipano professori di diverse università europee. Il lavoro ricostruisce brevemente la storia della giuria e la sua “importazione” in Europa continentale ad opera della Rivoluzione francese, seguendone l’introduzione nell’ordinamento del Regno di Sardegna, prima, e nei codici dell’Italia unita, poi. L’istituto, fortemente simbolico nel suo rappresentare istanze di libertà e di democrazia, è contestualizzato nei periodi storici di riferimento per evidenziarne le forti implicazioni ideologiche. In questa prospettiva vengono prospettate le controversie sul suo mantenimento sorte anche prima dell’avvento del fascismo, che ne segnerà la definitiva abolizione. La partecipazione popolare alla giustizia, dal 1931 ad oggi, è rappresentata dalla presenza dei giurati all’interno della Corte d’Assise, il cui assetto è ricostruito con puntualità, per evidenziare, al di là delle competenze, anche le carenze di rappresentatività nel reclutamento. La ricerca utilizza metodi di statistica qualitativa per condurre un indagine sul campo relativa alla percezione da parte sia dei giudici togati sia di quelli laici sull’apporto di questi ultimi al processo penale. I risultati vengono valutati con attenzione: l’invito è a riflettere sull’utilità di mantenere la componente laica all’interno delle Corti d’Assise destrutturandone però le stratificazioni simboliche e centrando l’attenzione sulla necessità di organizzare con efficienza il sistema giudiziario, valorizzando allo stesso tempo la ricchezza delle opportunità ancora non pienamente percepite che la partecipazione popolare, costituzionalmente prevista, può offrire all’amministrazione della giustizia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.