Depuis 1991, lorsque est sortie la première version du standard Unicode, beaucoup de type designers ont salué cet événement comme la démocratisation finale en typographie numérique, née sous le signe de la globalisation. Pour la première fois, en effet, il était possible le codage sur ordinateur de toutes les écritures du monde, dans un standard open type (c’est-à-dire utilisable soit par Apple soit par Microsoft) : il s’agissait seulement d’attendre que le consortium Unicode procédait dans l’insertion des différents systèmes à l’intérieur des plans de codage, qui à leur tour se sont multipliés dans le temps. Cependant, une analyse sémiotique et linguistique de l’écriture comme pratique de signification visuelle dévoile que la numérisation proposée par Unicode est en fait une sorte de hyper-typographie qui adopte la «logique de l’alphabet» et obéit à sa «tyrannie» (telle l’expression utilisée par le linguiste Roy Harris). Le nouveau melting pot graphique qui en résulte, en somme, risque d’écraser les différences dans les pratiques de production et fruition des textes, comme du reste se passe pour toute forme de globalisation.

Sin dal 1991, anno in cui è comparsa sul mercato la prima versione dello standard Unicode, molti type designers hanno salutato l’evento come una vera e definitiva democratizzazione nell’ambito della tipografia digitale sotto il segno della globalizzazione. Per la prima volta, infatti, era possibile la codifica su computer di tutte le scritture del mondo, per di più in uno standard open type (ovvero utilizzabile da sistemi operativi e piattaforme diverse, all’epoca Apple et Microsoft): bisognava soltanto attendere che il Consorzio Unicode provvedesse a inserire i vari sistemi nell’ambito dei piani di codifica, che hanno finito con il moltiplicarsi nel tempo. Tuttavia un’analisi semiotica e linguistica della scrittura come pratica di significazione visiva mette in luce come la digitalizzazione delle scritture proposta da Unicode divenga una sorta di iper-tipografia: essa cioè finisce per adottare, spingendola sino alle più estreme conseguenze, la “logica dell’alfabeto” e la sua “tirannia” (per dirla con le parole di Roy Harris), creando un melting pot grafico il quale – al pari di ogni forma di globalizzazione – distrugge ed annulla le differenze nelle pratiche di produzione e fruizione dei testi.

Al di là della tecnologia, la scrittura. Il caso Unicode

PERRI, Antonio
2009-01-01

Abstract

Sin dal 1991, anno in cui è comparsa sul mercato la prima versione dello standard Unicode, molti type designers hanno salutato l’evento come una vera e definitiva democratizzazione nell’ambito della tipografia digitale sotto il segno della globalizzazione. Per la prima volta, infatti, era possibile la codifica su computer di tutte le scritture del mondo, per di più in uno standard open type (ovvero utilizzabile da sistemi operativi e piattaforme diverse, all’epoca Apple et Microsoft): bisognava soltanto attendere che il Consorzio Unicode provvedesse a inserire i vari sistemi nell’ambito dei piani di codifica, che hanno finito con il moltiplicarsi nel tempo. Tuttavia un’analisi semiotica e linguistica della scrittura come pratica di significazione visiva mette in luce come la digitalizzazione delle scritture proposta da Unicode divenga una sorta di iper-tipografia: essa cioè finisce per adottare, spingendola sino alle più estreme conseguenze, la “logica dell’alfabeto” e la sua “tirannia” (per dirla con le parole di Roy Harris), creando un melting pot grafico il quale – al pari di ogni forma di globalizzazione – distrugge ed annulla le differenze nelle pratiche di produzione e fruizione dei testi.
2009
Depuis 1991, lorsque est sortie la première version du standard Unicode, beaucoup de type designers ont salué cet événement comme la démocratisation finale en typographie numérique, née sous le signe de la globalisation. Pour la première fois, en effet, il était possible le codage sur ordinateur de toutes les écritures du monde, dans un standard open type (c’est-à-dire utilisable soit par Apple soit par Microsoft) : il s’agissait seulement d’attendre que le consortium Unicode procédait dans l’insertion des différents systèmes à l’intérieur des plans de codage, qui à leur tour se sont multipliés dans le temps. Cependant, une analyse sémiotique et linguistique de l’écriture comme pratique de signification visuelle dévoile que la numérisation proposée par Unicode est en fait une sorte de hyper-typographie qui adopte la «logique de l’alphabet» et obéit à sa «tyrannie» (telle l’expression utilisée par le linguiste Roy Harris). Le nouveau melting pot graphique qui en résulte, en somme, risque d’écraser les différences dans les pratiques de production et fruition des textes, comme du reste se passe pour toute forme de globalisation.
scrittura - tipografia digitale - Unicode - analisi semio-linguistica; écriture - typographie numérique - Unicode - analyse sémio-linguistique
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/1760
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