Contributo scritto in occasione della Tavola Rotonda su “Abolizione successione necessaria. Crepuscolo della Famiglia?”, organizzata dalla Facoltà di Giurisprudenza, Università Commerciale “Luigi Bocconi” Milano, 7 maggio 2007. Si analizza in chiave critica la proposta di legge avanzata in senato nel 2006, con cui si chiedeva la modifica della disciplina codicistica della successione c.d. necessaria. Tale proposta rappresenta lo spunto per un'indagine più generale sulla ragion d'essere attuale dell'istituto della legittima nell'ordinamento italiano.L'indagine è condotta con riguardo ai diritti stranieri e, soprattutto, al diritto comunitario. Essa conduce ad affermare l'opportunità di conservare l'istituto della legittima in quanto esso è espressione della obbligatorietà in senso giuridico del rapporto familiare, in particolare del rapporto di filiazione e di coniugio. In altri termini, si propone una visione dell'individuo che non sia avulsa dalle relazioni parentali fondamentali che lo definiscono come tale e lo distiunguono dagli altri individui. L'esistenza di un essere umano è valutabile in termini giuridici con riguardo agli status che lo connotano e che sono, in primo luogo, quello di figlio, padre, madre, marito, moglie etc. In ragione di ciò si ritiene che tali relazioni non siano nella disponibilità privata in quanto impongono all'individuo ruoli non rinunciabili che si riflettono sull'autonomia di disposizione del proprio patrimonio anche post mortem.
Memento mori. La ragion d'essere della successione necessaria in Italia
GATT, Lucilla
2009-01-01
Abstract
Contributo scritto in occasione della Tavola Rotonda su “Abolizione successione necessaria. Crepuscolo della Famiglia?”, organizzata dalla Facoltà di Giurisprudenza, Università Commerciale “Luigi Bocconi” Milano, 7 maggio 2007. Si analizza in chiave critica la proposta di legge avanzata in senato nel 2006, con cui si chiedeva la modifica della disciplina codicistica della successione c.d. necessaria. Tale proposta rappresenta lo spunto per un'indagine più generale sulla ragion d'essere attuale dell'istituto della legittima nell'ordinamento italiano.L'indagine è condotta con riguardo ai diritti stranieri e, soprattutto, al diritto comunitario. Essa conduce ad affermare l'opportunità di conservare l'istituto della legittima in quanto esso è espressione della obbligatorietà in senso giuridico del rapporto familiare, in particolare del rapporto di filiazione e di coniugio. In altri termini, si propone una visione dell'individuo che non sia avulsa dalle relazioni parentali fondamentali che lo definiscono come tale e lo distiunguono dagli altri individui. L'esistenza di un essere umano è valutabile in termini giuridici con riguardo agli status che lo connotano e che sono, in primo luogo, quello di figlio, padre, madre, marito, moglie etc. In ragione di ciò si ritiene che tali relazioni non siano nella disponibilità privata in quanto impongono all'individuo ruoli non rinunciabili che si riflettono sull'autonomia di disposizione del proprio patrimonio anche post mortem.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.