Questo saggio propone una breve ricostruzione delle ipotesi di pensabilità del diritto di resistenza, in ordine al possibile dissipamento nel più ampio fenomeno della costituzionalizzazione dei diritti. Descrivendo il “paradosso dell’istituzionalizzazione”, si percorre la distanza da un diritto naturale di resistenza a un diritto positivo di resistenza, esplorando alcuni profili altamente critici di questo passaggio. Nella dottrina italiana della prima metà del secolo scorso, diviene centrale per questi temi il riferimento a Costantino Mortati, quale intraprendente costruttore di un percorso diverso, ma non meno impervio. Mortati è evocato per il suo tentativo di annettere la resistenza alle “forme diverse di garanzia costituzionale”, quale vero e proprio “dovere” di resistenza. L’analisi, nei limiti di queste brevi pagine, pone chiaramente in rilievo come alle spalle e al fondamento della ricostruzione tentata da Mortati vi sia un non ancora risolto problema di determinazione, nella mentalità dei giuristi, di un atteggiamento monistico o dualistico (nel senso attribuito alle espressioni da Michel Troper) nei confronti del dettato costituzionale e, più in generale, da parte della scienza giuridica nei confronti del proprio oggetto.
Diritto di resistenza e dovere di resistenza. Un problema di fonti del diritto
LABRIOLA, Giulia Maria
2008-01-01
Abstract
Questo saggio propone una breve ricostruzione delle ipotesi di pensabilità del diritto di resistenza, in ordine al possibile dissipamento nel più ampio fenomeno della costituzionalizzazione dei diritti. Descrivendo il “paradosso dell’istituzionalizzazione”, si percorre la distanza da un diritto naturale di resistenza a un diritto positivo di resistenza, esplorando alcuni profili altamente critici di questo passaggio. Nella dottrina italiana della prima metà del secolo scorso, diviene centrale per questi temi il riferimento a Costantino Mortati, quale intraprendente costruttore di un percorso diverso, ma non meno impervio. Mortati è evocato per il suo tentativo di annettere la resistenza alle “forme diverse di garanzia costituzionale”, quale vero e proprio “dovere” di resistenza. L’analisi, nei limiti di queste brevi pagine, pone chiaramente in rilievo come alle spalle e al fondamento della ricostruzione tentata da Mortati vi sia un non ancora risolto problema di determinazione, nella mentalità dei giuristi, di un atteggiamento monistico o dualistico (nel senso attribuito alle espressioni da Michel Troper) nei confronti del dettato costituzionale e, più in generale, da parte della scienza giuridica nei confronti del proprio oggetto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.