L'esame dell'ignota decorazione figurata delle travi di un soffitto ligneo fiorentino, quello della Badia a Settimo, diviene l'occasione per ritornare sul tema degli scambi fra Firenze e Siena negli ultimi anni del Duecento e sulla base della comune lezione della pittura di Cimabue, ed altresì per ribadire l'esistenza, nella pittura senese a cavallo dell'anno 1300, di una componente gotico-transalpina attestata al massimo livello dagli smalti del grande orafo locale Guccio di Mannaia.

Ancora su l'enigma dello stile di Guccio’ e su un soffitto dipinto di fine Duecento

LEONE DE CASTRIS, Pierluigi
2006-01-01

Abstract

L'esame dell'ignota decorazione figurata delle travi di un soffitto ligneo fiorentino, quello della Badia a Settimo, diviene l'occasione per ritornare sul tema degli scambi fra Firenze e Siena negli ultimi anni del Duecento e sulla base della comune lezione della pittura di Cimabue, ed altresì per ribadire l'esistenza, nella pittura senese a cavallo dell'anno 1300, di una componente gotico-transalpina attestata al massimo livello dagli smalti del grande orafo locale Guccio di Mannaia.
2006
Firenze, Badia a Settimo; Guccio di Mannaia; Siena, pittura XIII-XIV secolo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/2459
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