Sulla scorta della testimonianza di Giulio Mancini sulla "colonia" di francesi e fiamminghi presente a Roma agli inizi del XVII secolo, si delineano le caratteristiche dell'analoga "colonia" di artisti presente a Napoli negli stessi anni; una "colonia" forte sin dall'ultimo terzo del '500 di pittori fiamminghi come Hendricksz, Smet o Mijtens, e che nel primo Seicento vede associati ad altri fiamminghi, come i caravaggeschi Finson o Faber, artisti francesi e lorense, da de Nomé sino a Poussin.
"Franzesi e fiamenghi che vanno e vengono" tra Roma e Napoli: 1600-1630
LEONE DE CASTRIS, Pierluigi
2009-01-01
Abstract
Sulla scorta della testimonianza di Giulio Mancini sulla "colonia" di francesi e fiamminghi presente a Roma agli inizi del XVII secolo, si delineano le caratteristiche dell'analoga "colonia" di artisti presente a Napoli negli stessi anni; una "colonia" forte sin dall'ultimo terzo del '500 di pittori fiamminghi come Hendricksz, Smet o Mijtens, e che nel primo Seicento vede associati ad altri fiamminghi, come i caravaggeschi Finson o Faber, artisti francesi e lorense, da de Nomé sino a Poussin.File in questo prodotto:
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