Discutere su casi di problemi comunicativi/traduttivi nella classe di lingua straniera presenta il vantaggio (intrinseco nell’utilizzo della traduzione e/o della lingua madre tout court) di promuovere la sensibilità linguistica e la competenza interculturale: è soprattutto dalla riflessione sulle lingue a confronto (ossia dall’analisi degli eventi interlinguistici e delle aree più “delicate” nel passaggio da una lingua all’altra) che si acquisisce consapevolezza della loro diversità e, dunque, dell’impossibilità di ragionare in termini di equivalenza, ed è certamente questa una delle ragioni del recente recupero del ruolo della traduzione e, più genericamente, della lingua madre in ambito glottodidattico. La maggior parte degli interventi finalizzati a restituire dignità didattica alla presenza della traduzione e/o della lingua madre nella classe di lingua straniera si limita, però, a considerare e discutere su attività di traduzione/comunicazione che coinvolgono gli studenti in prima persona. In questo contributo, invece, si argomenta in favore dell’analisi e della valutazione, in classe, dell’operato di traduttori/comunicatori più o meno professioni - sti anziché del proprio o dei compagni: il focus della valutazione si sposta dallo studente al (semi)-esperto, con indubbi benefici dal punto di vista della motivazione, della ritenzione degli apprendimenti e della ricaduta a lungo termine sull’atteggiamento nei confronti della disciplina.

Migliorare la conoscenza della lingua straniera e la competenza interculturale valutando e correggendo gli errori degli altri: casi di slip of the pen/tongue

DI MARTINO, Emilia
2011-01-01

Abstract

Discutere su casi di problemi comunicativi/traduttivi nella classe di lingua straniera presenta il vantaggio (intrinseco nell’utilizzo della traduzione e/o della lingua madre tout court) di promuovere la sensibilità linguistica e la competenza interculturale: è soprattutto dalla riflessione sulle lingue a confronto (ossia dall’analisi degli eventi interlinguistici e delle aree più “delicate” nel passaggio da una lingua all’altra) che si acquisisce consapevolezza della loro diversità e, dunque, dell’impossibilità di ragionare in termini di equivalenza, ed è certamente questa una delle ragioni del recente recupero del ruolo della traduzione e, più genericamente, della lingua madre in ambito glottodidattico. La maggior parte degli interventi finalizzati a restituire dignità didattica alla presenza della traduzione e/o della lingua madre nella classe di lingua straniera si limita, però, a considerare e discutere su attività di traduzione/comunicazione che coinvolgono gli studenti in prima persona. In questo contributo, invece, si argomenta in favore dell’analisi e della valutazione, in classe, dell’operato di traduttori/comunicatori più o meno professioni - sti anziché del proprio o dei compagni: il focus della valutazione si sposta dallo studente al (semi)-esperto, con indubbi benefici dal punto di vista della motivazione, della ritenzione degli apprendimenti e della ricaduta a lungo termine sull’atteggiamento nei confronti della disciplina.
2011
978-88-8232-840-5
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/3193
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