Alvio Patierno’s work evokes the Lamartinian Procida arising from the fortunate biographical-literary combination of the two periods spent by the author in Naples (in 1811-1812 and in 1844). Fearful of openly recalling the flirtation with the cigarette maker Antoniella, Lamartine renames her Graziella, thus combining all the elements necessary to cre ate a romantic identity, as to say the popular myth of Graziella which is still alive today. In this respect, Alvio Patierno considers the relationship between Graziella and the primacy of nature, as well as the Lamartinian oxymoron between literary falsehood and romantic truth, the oxymo ron capable of crystallizing the narration of people’s life and work that is represented by Procida. The tableaux-vivants novel, certainly centred on a romantic love story, is conceived, through the desire to restore the chorality of Procida’s people, as an anthropologic interpretation of the humble with an important page focussing on work: from fishing to coral manufacturing, an activity to which Graziella proudly dedicates herself and whose appearance in the novel, besides metaphorically reflecting the landscape of the island in her facial features, corresponds to the happiest moment of the story.

Il contributo di Alvio Patierno evoca la Procida lamartiniana che nasce dal fortunoso connubio biografico-letterario dei due periodi che l’autore trascorre a Napoli (1811-1812 e 1844). Timoroso di poter richiamare apertamente il flirt con la sigaraia Antoniella, Lamartine la ribattezza Graziella, sintetizzando così tutti gli elementi che concorrono a creare un’identità romantica ovvero il mito popolare della Graziella tuttora vivo. In tal senso è indagato tanto il rapporto tra Graziella e il primato della natura quanto l’ossimoro lamartiniano tra menzogna letteraria e verità romantica, capace di cristallizzare la narrazione della vita e del lavoro di un popolo, che Procida rappresenta. Il romanzo-tableaux vivants, certamente imperniato su una romantica storia d’amore, attraverso il desiderio di restituire la coralità di un popolo si configura come un’antropologia dell’umile con un’ampia pagina dedicata al lavoro: dalla pesca alla lavorazione del corallo, un’attività a cui Graziella si dedica con fierezza d’ingegno e la cui comparsa nel romanzo, oltre che riflettere metaforicamente nei tratti del viso la scenografia del paesaggio isolano, corrisponde al momento più lieto della storia.

Tra Graziella e Antonella : la Procida di Lamartine

Alvio Patierno
2023-01-01

Abstract

Alvio Patierno’s work evokes the Lamartinian Procida arising from the fortunate biographical-literary combination of the two periods spent by the author in Naples (in 1811-1812 and in 1844). Fearful of openly recalling the flirtation with the cigarette maker Antoniella, Lamartine renames her Graziella, thus combining all the elements necessary to cre ate a romantic identity, as to say the popular myth of Graziella which is still alive today. In this respect, Alvio Patierno considers the relationship between Graziella and the primacy of nature, as well as the Lamartinian oxymoron between literary falsehood and romantic truth, the oxymo ron capable of crystallizing the narration of people’s life and work that is represented by Procida. The tableaux-vivants novel, certainly centred on a romantic love story, is conceived, through the desire to restore the chorality of Procida’s people, as an anthropologic interpretation of the humble with an important page focussing on work: from fishing to coral manufacturing, an activity to which Graziella proudly dedicates herself and whose appearance in the novel, besides metaphorically reflecting the landscape of the island in her facial features, corresponds to the happiest moment of the story.
2023
Il contributo di Alvio Patierno evoca la Procida lamartiniana che nasce dal fortunoso connubio biografico-letterario dei due periodi che l’autore trascorre a Napoli (1811-1812 e 1844). Timoroso di poter richiamare apertamente il flirt con la sigaraia Antoniella, Lamartine la ribattezza Graziella, sintetizzando così tutti gli elementi che concorrono a creare un’identità romantica ovvero il mito popolare della Graziella tuttora vivo. In tal senso è indagato tanto il rapporto tra Graziella e il primato della natura quanto l’ossimoro lamartiniano tra menzogna letteraria e verità romantica, capace di cristallizzare la narrazione della vita e del lavoro di un popolo, che Procida rappresenta. Il romanzo-tableaux vivants, certamente imperniato su una romantica storia d’amore, attraverso il desiderio di restituire la coralità di un popolo si configura come un’antropologia dell’umile con un’ampia pagina dedicata al lavoro: dalla pesca alla lavorazione del corallo, un’attività a cui Graziella si dedica con fierezza d’ingegno e la cui comparsa nel romanzo, oltre che riflettere metaforicamente nei tratti del viso la scenografia del paesaggio isolano, corrisponde al momento più lieto della storia.
Lamartine, Procida, Graziella, Story, Analysis
Lamartine – Procida – Graziella – Story – Analysis
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.12570/36453
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