Abitare la città: lo sguardo (pedagogico?) delle famiglie e sulle famiglie

According to the perspective that moved the cycle of seminars on city as educational community, and adopting a pedagogical posture located, critically and responsibly, within the contexts and territories of reference, the article, focusing on the “case” of Naples, questions the need to make a paradigm shift with respect to the management of the city’s educational policies and services. Probing the issue (the views on families and cities), from a promotional point of view, requires a rethinking of policies and actions aimed at guaranteeing citizens conditions for the authentic and concrete exercise of the right/duty to educate and to be educated. The issue must be tackled by overcoming the de-responsibilising tendency of the emergency in order to confront systemic problems. For example, the widespread and stable use of educational services for children certainly represents a fundamental chance to address the conditions of educational poverty in which many families in the city find themselves. But this is not enough. It is a challenge to be met by investing in the training of education and training professionals and by committing ourselves to the dissemination of a widespread educational culture in the territorial education system, in order to propose forms of educational intervention that are really capable of designing and cultivating spaces of pedagogical habitability in the city.

In linea con la prospettiva che ha mosso il ciclo di seminari sulla città come comunità educante e adottando una postura pedagogica situata, criticamente e responsabilmente, dentro i contesti e i territori di riferimento, focalizzando l’attenzione sul “caso” Napoli il contributo si interroga sulla necessità di operare un cambio di paradigma rispetto alla gestione delle politiche e dei servizi educativi della città. Sondare il tema degli sguardi su famiglie e città in ottica promozionale richiede un ripensamento delle politiche e delle azioni tese a garantire alle cittadine e ai cittadini condizioni di autentico e concreto esercizio del diritto/dovere a educare e a essere educati. La questione va affrontata superando la tendenza de-responsabilizzante dell’emergenzialità per confrontarsi con problemi di sistema. Per esempio, la possibilità di usufruire in maniera diffusa e stabile dei servizi educativi per l’infanzia rappresenta certamente una chance fondamentale per far fronte alle condizioni di povertà educativa in cui versano molte famiglie della città. Ma questo non basta. Si tratta di una sfida da affrontare investendo sulla formazione dei professionisti dell’educazione e della formazione e impegnandosi nella diffusione di una cultura pedagogica distribuita nel sistema educativo territoriale, per proporre forme di intervento educativo che siano realmente capaci di progettare e coltivare spazi di abitabilità pedagogica della città.