La prima parte dell’articolo è dedicata allo scultore Antonio Baboccio da Piperno, autentico protagonista dell’arte a Napoli in età Durazzesca, a capo di una bottega molto composita, attiva per la corte e per le maggiori famiglie ad essa legate. Al Baboccio si restituisce per la prima volta, sulla base di indiscutibili evidenze di stile, il notevole e fin qui trascurato portale del Palazzo Bonifacio a Napoli. All’artista e a un suo stretto collaboratore viene inoltre ricondotto l’importante cero pasquale della Cattedrale di Nola, frutto di una commissione della famiglia Orsini intorno al 1418, purtroppo però gravemente alterato da un rifacimento di inizio Novecento. La seconda parte dello scritto è invece incentrata sulla cappella Caracciolo del Sole in San Giovanni a Carbonara, costruita per volere di Ser Gianni Caracciolo entro il 1427. A maestranze formatesi nella bottega del Baboccio, il quale potrebbe avere avuto un ruolo nell’ideazione della fabbrica, vengono attribuite le notevoli parti scultoree che ornano i fin qui ignorati finestroni ogivali della cappella. L’analisi stilistica consente di ascrivere al migliore tra questi scultori pure lo splendido portale che dà accesso alla chiesa agostiniana, non a caso recante lo stemma di Ser Gianni Caracciolo e della moglie Caterina Filangieri.
Su Antonio Baboccio da Piperno, la sua bottega e il suo seguito. Nuove considerazioni intorno al 'cantiere' di San Giovanni a Carbonara
Stefano De Mieri
2024-01-01
Abstract
La prima parte dell’articolo è dedicata allo scultore Antonio Baboccio da Piperno, autentico protagonista dell’arte a Napoli in età Durazzesca, a capo di una bottega molto composita, attiva per la corte e per le maggiori famiglie ad essa legate. Al Baboccio si restituisce per la prima volta, sulla base di indiscutibili evidenze di stile, il notevole e fin qui trascurato portale del Palazzo Bonifacio a Napoli. All’artista e a un suo stretto collaboratore viene inoltre ricondotto l’importante cero pasquale della Cattedrale di Nola, frutto di una commissione della famiglia Orsini intorno al 1418, purtroppo però gravemente alterato da un rifacimento di inizio Novecento. La seconda parte dello scritto è invece incentrata sulla cappella Caracciolo del Sole in San Giovanni a Carbonara, costruita per volere di Ser Gianni Caracciolo entro il 1427. A maestranze formatesi nella bottega del Baboccio, il quale potrebbe avere avuto un ruolo nell’ideazione della fabbrica, vengono attribuite le notevoli parti scultoree che ornano i fin qui ignorati finestroni ogivali della cappella. L’analisi stilistica consente di ascrivere al migliore tra questi scultori pure lo splendido portale che dà accesso alla chiesa agostiniana, non a caso recante lo stemma di Ser Gianni Caracciolo e della moglie Caterina Filangieri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.