L’articolo si propone di ricostruire il rapporto continuativo, benché sovente carsico, tra Franco Fortini e Franz Kafka, ponendo al centro la questio-ne del simbolo come orizzonte espressivo ma anche teorico che Fortini rinviene nell’autore praghese. Partendo dagli scritti su Giona nell’immediato dopoguerra, attraverso un’analisi dei contributi kafkiani di Fortini, a cominciare da quei Capo-versi su Kafka del 1949 che insistono sulla non-poeticità della narrativa kafkiana e il suo rapporto col sacro, si giunge all’esito ermeneutico che riscontra in Kafka tanto un modello di inconscio politico, nel senso di Jameson, quanto il paradig-ma del rapporto personale con l’ebraismo che Fortini sviluppa appieno nei Cani del Sinai, individuando nell’approccio kafkiano alla letteratura una problematica dimensione utopica.
Fortini, la memoria e il sacro: appunti per un confronto con Kafka
Massimo Palma
2025-01-01
Abstract
L’articolo si propone di ricostruire il rapporto continuativo, benché sovente carsico, tra Franco Fortini e Franz Kafka, ponendo al centro la questio-ne del simbolo come orizzonte espressivo ma anche teorico che Fortini rinviene nell’autore praghese. Partendo dagli scritti su Giona nell’immediato dopoguerra, attraverso un’analisi dei contributi kafkiani di Fortini, a cominciare da quei Capo-versi su Kafka del 1949 che insistono sulla non-poeticità della narrativa kafkiana e il suo rapporto col sacro, si giunge all’esito ermeneutico che riscontra in Kafka tanto un modello di inconscio politico, nel senso di Jameson, quanto il paradig-ma del rapporto personale con l’ebraismo che Fortini sviluppa appieno nei Cani del Sinai, individuando nell’approccio kafkiano alla letteratura una problematica dimensione utopica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
